Ricercatori nuoresi indagano sulla Terra dei fuochi, gli studi su una rivista internazionale

Un prezioso riconoscimento per la ricerca scientifica in Sardegna: un gruppo di studiosi dell’Università di Sassari firmerà una pubblicazione per la prestigiosa rivista internazionale “Journal of Geochemical Exploration”. La rivista, che tratta soprattutto di studi condotti in ambito geochimico e geologico, dedicherà un ampio spazio al lavoro di Gian Franco Capra e Sergio Vacca, scienziati del suolo che lavorano per il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università degli Studi di Sassari: i due studiosi hanno concluso una ricerca sui suoli agricoli nella Terra dei Fuochi, luogo-simbolo dell’ecomafia in Campania.

La Terra dei Fuochi, compresa tra le province di Napoli e Caserta, ospita oltre due milioni di persone distribuite in 57 comuni, ed è stata per anni la discarica della camorra: qui si riversavano illegalmente rifiuti industriali, tossici e nucleari che hanno causato gravissimi danni ambientali, a causa dei patti scellerati tra diversi imprenditori e la malavita organizzata (nell’immagine, un rogo vicino a Napoli, foto da www.campaniasuweb.it). A svelare i dettagli degli accordi tra camorristi e le aziende è stato, tra gli altri, il boss pentito Carmine Schiavone, mentre il simbolo della lotta contro i rifiuti tossici in Campania è stato don Maurizio Patriciello, parroco di Caviano. Tantissime le analisi richieste per le indagini portate avanti negli ultimi anni dalle procure campane per verificare la contaminazione dei suoli, e ancora oggi si studia per capire se il terreno è stato compromesso in maniera irreversibile o se esiste la possibilità di proseguire le attività agricole e l’allevamento.

Le analisi condotte da Gian Franco Capra e Sergio Vacca sono state condotte insieme agli studiosi dell’Università di Napoli su richiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell'”Operazione Cassiopea“, partita nel 1999, per verificare la presenza e distribuzione di elementi potenzialmente tossici sui suoli attorno al bacino inferiore del fiume Volturno.

Sono stati analizzati 64 campioni di terra prelevati negli strati superficiali del suolo agricolo alla ricerca di concentrazioni anomale di cadmio, rame, piombo e zinco: “Il risultato che abbiamo ottenuto – spiega Capra – è confortante: non c’è una contaminazione diffusa nei suoli di queste zone, abbiamo riscontrato un leggero inquinamento da cadmio dovuto ai fertilizzanti ma per il resto possiamo affermare che il territorio non è compromesso e le bonifiche potranno concentrarsi su punti ben precisi, non su tutta l’area”.

I due studiosi sardi lavorano per l’Università sassarese ma la sede operativa è a Nuoro, nella sede gemmata dell’Ateneo, dove hanno allestito laboratori di fisica e chimica del suolo con strumenti all’avanguardia. “La pubblicazione della nostra ricerca su una rivista dal prestigio internazionale è un riconoscimento importante, ma non il primo. Da anni collaboriamo con altre realtà scientifiche di Stati Uniti, Israele, Repubblica Ceca, Bulgaria, Palestina, Afghanistan, le nostre ricerche sono state pubblicate da diverse riviste. Abbiamo ottenuto risultati importanti, e questo nonostante la precarietà dei finanziamenti e la mancanza di adeguate prospettive per il futuro della sede universitaria di Nuoro”.

Francesca Mulas

 

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