Protesta degli insegnanti, sit in con valigie davanti al Consiglio Regionale

Singolare protesta degli insegnanti sardi questa mattina a Cagliari. Un centinaio di loro ha inscenato un sit-in davanti al Consiglio regionale presentandosi con le valigie già pronte per “emigrare” nella Penisola, accompagnati dai figli e dai genitori anziani.

E’ la prima volta in Sardegna che i docenti scendono in piazza per dire no alla riforma della scuola del Governo Renzi e, soprattutto, al trasferimento obbligatorio per l’immissione in ruolo. Dalle primarie alle superiori in Sardegna sono circa 4mila i docenti che rischiano di dover lasciare l’isola.

“Assunzione sì, – spiegano – ma a quale prezzo? Bisogna trovare una casa, pagare l’affitto, le bollette. E vivere lontani dagli affetti”. I docenti dovranno spedire telematicamente la domanda al Ministero entro il 14 agosto. E dovranno indicare, pena l’irricevibilità della domanda, tutte le province italiane.

Oltre alle valigie, gli insegnanti si sono presentati ognuno con un fazzoletto bianco per salutare simbolicamente i loro cari e la Sardegna. “Rischiamo di perdere tutto – ha spiegato uno di loro – Io devo assistere mia madre malata. Se rifiutiamo la destinazione restiamo nelle graduatorie, sì, ma di fatto non riusciremo a lavorare mai più”.

Un vero dramma per molte famiglie costrette a una dolorosa scelta: o il lavoro o la famiglia. “Non siamo dei pacchi postali” è una delle scritte comparse durante il sit-in. Anche la politica si muove: un’interrogazione è stata presentata in Consiglio regionale dalla Base. E domani è in programma un’altra iniziativa, promossa dal deputato di Unidos Mauro Pili con una assemblea regionale dei docenti.

(foto d’archivio)

 

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