Processo a Nuoro contro il “re delle discoteche sarde”, sfilata di testi in aula

Sfilata di testi e del consulente dell’accusa, oggi nel tribunale di Nuoro, nella nuova udienza del processo a carico di Mario Mele, il nuorese di 57 anni, soprannominato il “re delle discoteche sarde”. Mele – che era stato arrestato in Kenya ai primi di aprile e subito estradato in Italia – con altre sei persone, è accusato di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati fallimentari, societari e tributari, di bancarotta e reati fiscali per una evasione complessiva di 17 milioni di euro. Dopo essere stato scarcerato il 26 maggio e sottoposto all’obbligo di firma e al divieto di espatrio, oggi si è presentato puntuale in aula insieme ai suoi avvocati Pietro Pittalis e Giovanni Azzena, all’apertura dell’udienza. La consulente Agnese Cau del Pm Andrea Schirra ha cercato di ricostruire la contabilità della Edo Srl, la società che faceva capo a Mele e ad un suo socio, che gestiva la discoteca Pata Pata da Agrustos, ma non è stato possibile perché ha detto l’esperta “mancano i bilanci”.

Subito dopo hanno deposto diversi fornitori di beni e servizi per le discoteche di Mele (oltre al Pata Pata gestiva anche il Buddha del Mar a San Teodoro e il Boca Chica a Nuoro). Fornitori con rapporti decennali con Mele che hanno dichiarato la difficoltà a pagare dell’imprenditore, soprattutto negli ultimi anni del periodo contestato e precisamente nel 2011/2012. Secondo l’accusa Mele gestiva i locali con l’utilizzo di società create ad hoc ed intestate a “prestanome” nonché l’impiego di lavoratori irregolari, e ha commesso reati di abuso edilizi, “bancarotte” e reati societari. Per tutti questi motivi, nel 2013, la procura della Repubblica di Nuoro aveva avviato l’iter per l’emissione di un ordine di cattura internazionale, eseguito ai primi di aprile. Il processo riprenderà il 6 ottobre quando saranno sentiti altri due testi del Pm e inizierà la deposizione dei primi dei 10 testi della difesa.

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