Processo Lombardo-Muroni, il teste smentisce il direttore imputato

Il direttore dell’Unione Sarda deve rispondere di diffamazione. A portarlo sul banco degli imputati l’ex presidente del Consiglio, Claudia Lombardo.

Nuova udienza, questa mattina, nel processo che vede imputato il direttore dell’Unione Sarda, Anthony Muroni, portato in tribunale, con l’accusa di diffamazione, dall’ex presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. La vicenda ruota intorno al parco eolico dell’Enel a Portoscuso. Muroni, quando nell’aprile 2011 faceva ancora il caposervizio del quotidiano (il direttore era Paolo Figus, ugualmente sotto accusa), scrisse che nell’indagine, relativa alla compravendita di alcuni terreni, erano coinvolti i Fenu, ramo materno della famiglia della Lombardo. Precisamente Maria Luisa e Giuseppe, considerati erroneamente da Muroni – come poi è emerso – la madre e lo zio dell’ex presidente. Quindi la querela depositata dalla Lombardo nel tribunale di Cagliari e seguita dal rinvio a giudizio del direttore. Il processo è cominciato il 17 luglio scorso.

Oggi, davanti al giudice Sandra Lepore (pm Antonia Cantini), è stato sentito come teste Ugo Calledda. È il commissario del Nucleo investigativo del Corpo forestale e l’ha citato la difesa dopo le dichiarazioni rese da Muroni nella precedente udienza del 4 marzo scorso. In quell’occasione, il direttore disse che era stato Calledda a confermargli la notizia. Ma oggi l’ufficiale di polizia giudiziaria, che indagava sull’eolico di Portoscuso, ha smentito la circostanza.

A Calledda hanno fatto la stessa domanda sia l’avvocato di Muroni, Giovanni Contu, che quello della Lombardo, Riccardo Floris. E a entrambi il commissario ha detto: “Non posso essere stato io a dare quella notizia per due ragioni. La prima è che i Fenu su cui facemmo le verifiche non avevano alcun legame di parentela con la famiglia della presidente Lombardo. In secondo luogo, non avrei mai potuto dire una cosa simile perché l’indagine era aperta contro ignoti”.

L’articolo in questione è del 27 aprile 2011. Lo stesso giorno la Lombardo inviò al giornale una richiesta di rettifica. Non venne mai pubblicata integralmente. In un altro articolo, uscito due giorni dopo e dal titolo “I terreni pagati 18 milioni: inchiesta aperta”, sulle pagine dell’Unione Sarda venne scritto in coda: “Prendiamo atto della smentita della presidente Lombardo quando afferma che Maria Luisa Fenu non è sua madre. Chiarito questo – si leggeva – invitiamo la signora Lombardo, in qualità di presidente del Consiglio, a intervenire sul nostro giornale. Siamo certi che esprimerà una posizione netta rispetto a queste situazioni speculative che offendono la Sardegna”.

Il commissario, in aula, ha anche ricordato il suo primo contatto con l’attuale direttore dell’Unione Sarda, avvenuto proprio ad aprile 2011. “Il dottor Muroni – ha detto – mi chiamò per dirmi che avrebbe voluto parlare con me e mi chiese di prendere un caffè. Ricordo che in un certo senso mi rimproverò per il fatto che La Nuova Sardegna avesse pubblicato per prima la notizia dell’inchiesta, con due diversi articoli a firma di Elena Laudante. Ma io gli spiegai che la fonte non era stato il Corpo forestale”.

La prossima udienza è stata fissata per il 22 settembre. L’avvocato Contu ha chiesto al giudice di non chiudere l’istruttoria per riservarsi, eventualmente, la possibilità di presentare nuovi documenti. In aula, questa mattina, erano presenti sia Muroni che la Lombardo. Assente, invece, Figus. Né il direttore né l’ex presidente hanno però rilasciato dichiarazioni.

Resta sospeso un punto: nell’udienza di marzo, dopo che Muroni chiamò in causa Calledda, l’avvocato Floris chiese al giudice la trasmissione del verbale dell’udienza al Procuratore della Repubblica. È probabile che il giudice Lepore prenda una decisione valutando anche l’esame odierno del commissario.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

(Nel montaggio fotografico, Claudia Lombardo, in un’immagine del Gazzettino.it, e Anthony Muroni, ritratto dall’Arborense.it)

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