A cinque giorni dalle primarie del centrosinistra, il primo confronto pubblico tra tutti e cinque i candidati è stato all’insegna del fair play. Accantonata dunque la polemica dei giorni scorsi tra Andrea Murgia e Francesca Barracciu sui manifesti elettorali di quest’ultima e impegno a far fronte comune contro il centrodestra. Poi, vinca il migliore.
Nel confronto che, organizzato da un sito cagliaritano (Cagliari Globalist) si è tenuto ieri a Mogoro, si è avuta la conferma che una delle questioni più controverse è quella dell’allargamento dell’alleanza ai sardisti. Con la Barracciu che, riferendosi a quanto sostenuto dal socialista Simone Atzeni, sottolinea che, insieme al programma, delle alleanze dovrebbe occuparsene il tavolo del centro sinistra ma ancora non lo ha fatto. Secondo l’eurodeputata, chi aspira a stare nel centro sinistra “dovrebbe fare percorsi congressuali e rivedere totalmente la linea”.
Nessuna indicazione precisa attorno alle scelte che i candidati perdenti farebbero in caso di ballottaggio (è previsto se il vincitore non supera il 40 per cento dei consensi). Murgia ha ribadito (e Atzeni si è collocato sulla stessa linea) che in caso di sconfitta semplicemente tornerà al suo lavoro.
Quanto a un altro dei temi caldi del dibattito politico isolano – le trivellazioni della Saras nella piana di Arborea – no netto, oltre che da Barracciu e Murgia anche da Gianfranco Ganau. Più possibilisti, a precise condizioni di tutela dell’ambiente, Roberto Deriu e Simone Atzeni.
Quanto alla Zona Franca, sia Barracciu, Ganau si sono detti favorevoli alla sua realizzazione in tutto il territorio isolano.
Il dato politico è lo sforzo dei candidati di mettere da parte le tensioni (c’è stato solo un momento di polemica tra Barracciu e Deriu sulla produzione legislativa regionale) per rassicurare gli elettori del centrosinistra che l’obiettivo finale è la vittoria su Cappellacci.