Prezzo latte, pastori riuniti a Tramatza: “Scriviamo noi la proposta di accordo”

I pastori sardi provano a scrivere la loro bozza di accordo. Per questo si sono dati appuntamento stamattina a Tramatza, nell’Oristanese. Al raduno, convocato sui social, ha risposto circa un migliaio di allevatori arrivato da tutta l’Isola (nella foto Ansa). L’obiettivo è mettere nero su bianco una proposta in cui il prezzo del latte si avvicini il più possibile a un euro al litro, come i pastori chiedono dal 7 febbraio, quando è cominciata la protesta dell’onda bianca, con migliaia di litri di latte versati in strada, “perché è sempre meglio buttarli piuttosto che svenderli“.

La riunione di Tramatza, nella stazione di servizio, vale di fatto una bocciatura della bozza di accordo preparata nel vertice di sabato scorso a Cagliari, alla presenza del ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e del presidente Francesco Pigliaru. Al tavolo, oltre ai pastori, c’erano gli industriali e le associazioni di categoria. Il prezzo fissato nel tavolo è stato di 72 centesimi. L’incontro si era chiuso con la decisione di far scattare una tregua di tre giorni durante la quale aprire la discussione nelle campagne.

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Si è capito da subito che i 72 centesimi scontentavano quasi tutti e col passare delle ore il fronte del no si è allargato, di fatto compattando anche le associazioni di categoria storicamente divise (qui la posizione della Coldiretti, qui quella di Cia, Confagricoltura e Confagri). Ma sono stati soprattutto le singole voci dei pastori a fare la differenza: una dopo l’altra le voci di contrarietà alla bozza di Cagliari hanno spinto gli allevatori a riunirsi a Tramatza.

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“Mancano però garanzie per il futuro – continuano a ripete gli allevatori rispetto al documento di Cagliari -: non ci sono infatti certezze su un prezzo stabile nel tempo”. Perché l’ipotesi che il prezzo aumenti rispetto ai 72 centesimi iniziali non è affatto garantito. Si parla genericamente di doppia verifica, a maggio e a novembre. Ma non è stato quantificata alcuna cifra. E questo a fronte dei 49 milioni che gli industriali del latte, invece, incasserebbero subito per ‘smaltire’ le eccedenze di pecorino romano, ovvero il formaggio invenduto e che ha determinato il crollo del prezzo del latte ovino.

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I pastori che hanno organizzato l’incontro di Tramatza si sono presentati a loro volta con una bozza di documento, in dodici punti. Stando a quanto filtra, per gli allevatori bisogna mettere nero su bianco il fatto che “il prezzo del latte ovino venga portato a un euro più Iva, al fine di coprire i costi di produzione”. Costi che oscillano tra i 60 e i 90 centesimi al litro, quindi la gran parte dei pastori sardi lavora in perdita e vive grazie ai contributi europei che vengono dati, per esempio, per il benessere animale. (al. car.)

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