“Con la scomparsa di Giulio Angioni la Sardegna perde un intellettuale curioso e appassionato”. Lo afferma il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, nel giorno della morte dell’antropologo e scrittore sardo. “Ci lascia – aggiunge Pigliaru – insegnamenti preziosi e un’eredità di studi e libri in cui ha saputo valorizzare la storia e le tradizioni della nostra Isola con un pensiero alto e moderno”.
Il mondo culturale isolano, alla notizia della sua scomparsa, si è mobilitato sui social con numerosissimi messaggi in cui si ricorda la grande figura di intellettuale. “Con il professor Giulio Angioni scompare un appassionato custode dell’identità dei sardi – commenta la rettrice dell’Università di Cagliari Maria del Zompo – per lui la conoscenza delle nostre radici era la base per aprirci al mondo”.
Gavino Angius, poeta, ha un ricordo toccante e singolare della sua amicizia con Giulio Angioni: “una telefonata, evento rarissimo per quella sua ritrosia verso il telefono, prima che verso l’interlocutore”, ricorda all’ANSA. “Certo, ho pensato che volesse propormi di presentargli un suo libro. No. Tra pause ed esitazioni, viene fuori un’altra domanda: ‘Vedi – mi dice Giulio – sono appena andato in pensione. Ho appena concluso il mio ultimo testo di antropologia. Ci ho messo dentro tutto quello che sapevo’. Una risatina, il suo umorismo, candido e malizioso allo stesso tempo”, rievoca Angius che poi rimane spiazzato dalla sua richiesta: “Adesso, che mi consigli Gavino, continuo con l’antropologia o mi metto a fare lo scrittore? Sai, non ho ancora deciso che cosa fare da grande”. “Era già grande Giulio – commenta Angius – immensamente grande, ma non gli piaceva ammetterlo”.