Portoscuso, la torre spagnola a caccia di mecenati: restauro con Art Bonus

Cercasi sponsor per la torre spagnola di Portoscuso: il progetto di conservazione, restauro e consolidamento dell’edificio cinquecentesco è stato inserito nella lista dei lavori che beneficeranno dell’Art Bonus previsto dal Ministero per i Beni Culturali. La torre spagnola necessita di urgenti lavori di restyling e così la Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio del sud Sardegna ha deciso di aderire con questo progetto all’iniziativa del Governo insieme all’amministrazione comunale di Portoscuso.

Con il programma Art Bonus chiunque farà una donazione per la torre potrà inserirla nella dichiarazione dei redditi: un provvedimento voluto dal Ministero dei Beni Culturali che prevede detrazioni fiscali per i ‘mecenati’ pubblici e privati che effettueranno donazioni negli anni 2015, 2016 e 2017 sui beni culturali. Sono tre i progetti sardi oggi inseriti nel programma: oltre alla Torre c’è l’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari per la stagione lirica e concertistica (valore complessivo 1,9 mln di euro) e il cimitero monumentale di Iglesias che prevede interventi di restauro per 300 mila euro.

“La Torre di Portoscuso – si legge nel progetto – si trova su un’altura tra la piccola cala della Ghinghetta e la scogliera di Porto Paleddu. Fu realizzata tra il 1577 ed il 1594 dai conquistatori spagnoli per difendere il territorio dai Saraceni i quali, fin dai tempi delle Repubbliche Marinare, costituivano un continuo pericolo sia per i naviganti sia per i paesi costieri, che vivevano nel terrore di possibili saccheggi”.

Fu ricostruita nel 1636 in seguito a un assalto da parte dei Mori e successivamente restaurata più volte. Alla fine dell’Ottocento venne trasformata in Caserma della Guardia di Finanza, si ricavò un alloggio nel piano superiore e fu creata la scala esterna in muratura. La torre, elevata con pietre di tufo e trachite locali, ha una forma troncoconica con diametro di 21 metri e altezza di 16 metri: all’interno un solo, grande vano illuminato da otto feritoie e coperto da una volta emisferica a cui si accede da un unico portale d’ingresso a 3,5 metri dal suolo, raggiungibile da una scala a 16 gradini dalla cui cima si può vedere la chiesa di Santa Maria d’Itria e la Tonnara Su Pranu.

Con la dismissione della caserma della Guardia di Finanza la Torre di Portoscuso, di proprietà demaniale ed in consegna alla Soprintendenza, è stata riconosciuta di importante interesse culturale.

L’edificio sarà dunque restaurato con le donazioni pervenute nell’ambito dell’Art bonus. Il progetto, firmato dall’ingegnere Antonella Sanna, prevede tre fasi: la prima riguarda il risanamento delle murature esterne, particolarmente rovinate dall’azione erosiva del maestrale, e del gabbiotto della Dogana in copertura, oltre alla realizzazione di un impianto di illuminazione esterna. Con il secondo lotto si restaureranno gli spazi interni e saranno sistemati gli impianti tecnici. Completato il restauro del fabbricato storico si potrà potenziare l’offerta culturale: oggi la torre, affidata in gestione alla Pro Loco, è utilizzata per esposizioni, concerti, conferenze.

I lavori costeranno 310 mila euro: “In un momento in cui è sempre più difficile reperire le risorse per il restauro e la valorizzazione dei monumenti – sottolineano dalla Soprintendenza – appare di tutta evidenza che il contributo dei mecenati possa costituire una possibilità concreta per la salvaguardia dei beni culturali sardi e quindi si auspica la più ampia partecipazione all’iniziativa cui la Soprintendenza, con l’apporto operativo dei propri tecnici, aderisce con entusiasmo”.

Il progetto del restauro della Torre Spagnola sarà presentato al pubblico con un incontro in programma giovedì 14 gennaio alle 16 nella sala Alcoa della biblioteca comunale di Portoscuso, a cui parteciperanno il Soprintendente Fausto Martino e il sindaco Giorgio Alimonda. Per tutti i dettagli si può consultare la scheda sulla Torre nel sito del Governo dedicato all’Art Bonus.

Francesca Mulas

 

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