Porto canale, verso cassa integrazione: c’è attesa per il via libera del gestore

L’iter per la cassa integrazione dei 210 dipendenti della Cict del porto canale di Cagliari in crisi si potrebbe aprire in Regione già nel giro di una settimana. “Volevamo assolutamente evitare il licenziamento diretto – spiega all’Ansa l’assessora del Lavoro Alessandra Zedda al termine del vertice al Mise (ministero dello Sviluppo economico) per il futuro dello scalo industriale del capoluogo – e, fermo restando che occorre la risposta dell’azienda, la cassa integrazione può diventare un momento di riflessione per percorrere le strade del rilancio del porto. Speriamo che sia un primo passo per il rafforzamento del transhipment funzionale a tutte le altre attività del porto”. La cassa integrazione è ministeriale, ma la prima fase sarà locale: la Regione, se Cict dovesse dire sì, sarà subito coinvolta.

LEGGI ANCHE: Porto canale, la crisi approda a Roma. Sindacati, società e Regione al Mise

E i sindacati sono compatti sulla cassa integrazione: “Uno spiraglio c’è – dicono Cgil, Cisl Uil che attendono e sollecitano il via libera da parte di Contship perché, sull’opzione, non ha ancora sciolto la riserva -. Si tratta di uno strumento straordinario previsto nel decreto Genova che metterebbe in sicurezza i livelli occupazionali attuali almeno per altri dodici mesi, un tempo da sfruttare per creare le condizioni indispensabili a rilanciare le attività del porto”, osservano i sindacati che sollecitano l’avvio immediato del tavolo politico “nel quale affrontare e superare le criticità legate alla pluralità di fattori che ingessano le potenzialità del porto di Cagliari e lo rendono scarsamente concorrenziale rispetto agli altri scali del Mediterraneo”.

LEGGI ANCHE: Crisi porto canale, Solinas al Governo: “Dovete fermare i 210 licenziamenti”

Secondo i confederali di Cgil Cisl e Uil territoriali e le categorie Filt, Fit e Uil Trasporti territoriali e nazionali ci sono delle priorità da cui cominciare per mettere le basi del rilancio: difficoltà e lungaggini burocratiche, obsolescenza infrastrutturale e vincoli paesaggistici che precludono persino l’avvio della Zes e della Zona franca doganale interclusa. I sindacati hanno inoltre sottolineato l’importanza strategica dello scalo cagliaritano in Sardegna, da inquadrare nella visione più ampia della politica dei porti in Italia: “Rinviare ulteriormente il tavolo politico e, conseguentemente, le azioni da intraprendere con urgenza, significherebbe vanificare ogni opportunità di rilancio proprio nel momento in cui si sta ridisegnando la mappa della portualità a livello globale”. Previsto anche un tavolo di monitoraggio a livello nazionale. Domani nuova tappa della vertenza con incontro sindacati-azienda.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share