Picchiò e bruciò viva la moglie, sassarese condannato a 30 anni

Trent’anni per il barbaro assassinio della moglie. Nicola Amadu, il panettiere in pensione, 68 anni sassarese, che esattamente un anno fa uccise sua moglie Anna Doppiu, 63 anni, addetta alle pulizie dell’istituto per anziani “Casa serena”, con una violenza e un accanimento raccapriccianti, è stato condannato dal giudice Michele Contini al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Accogliendo la richiesta del pm Paolo Piras, il giudice ha ammesso la sussistenza di tutte le aggravanti ipotizzate nell’accusa a suo carico per aver commesso il fatto “contro il coniuge vittima di maltrattamenti in famiglia”, “con premeditazione”, “con l’uso di un mezzo insidioso”, e per “aver agito con crudeltà”. L’avvocato Letizia Doppiu Anfossi, che difende l’uxoricida, mirava a evitare l’ergastolo contestando l’infondatezza di tre delle quattro aggravanti.

Ora il legale e il suo assistito attenderanno le motivazioni della sentenza per valutare in che termini modulare un eventuale appello. “Rinunciare a mia moglie, per me, non era pensabile. Io vivevo per mia moglie e non potevo accettare la sua decisione di separarsi. Meglio morta”. Così, poche ore dopo quel fatto che aveva sconvolto la vita della coppia, dei loro figli, dei familiari e di tutta la città, Nicola Amadu aveva spiegato agli investigatori la sua decisione. La sera del 9 novembre, dopo le 21, finito di discutere con la moglie che gli diceva di essere stata dall’avvocato, la prese a pungi e calci, poi andò a prendere una tanica di benzina da cinque litri dal capanno degli attrezzi, gliela cosparse sul corpo, le diede fuoco e telefonò alla figlia. “Vieni a vedere tua madre che brucia”, disse, secondo la versione fornita da alcuni parenti. Quel pomeriggio Anna Doppiu era stata dall’avvocato Pasqualino Federici, deceduto negli scorsi mesi, ma non aveva seguito il consiglio del legale, che la implorava di denunciare il marito.

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