A poche ore dall’arresto il vicepreside del liceo Motzo di Quartu Sant’Elena, alle porte di Cagliari, il profilo è quello di un insospettabile, ma non troppo. L’ accusa che ha portato agli arresti domiciliari di Alessandro Dettin, professore originario di Schio (Veneto), 58 anni, è di pedopornografia. Nel suo pc sono stati trovati quasi 120mila file, scaricati da Internet: foto e filmati con minorenni costretti a subire e compiere atti sessuali, addirittura neonati. Alcuni in ambienti scolastici. Da qui il provvedimento restrittivo firmato richiesto dal sostituto procuratore Danilo Tronci che ha coordinato le indagini e firmato firmato dal gip Cristina Ornano.
In rete utilizzava lo pseudonimo Alexa e si fingeva una ragazzina, ed è proprio grazie a un suo contatto via chat che gli inquirenti sono arrivati a lui. Una vicenda che risale a più di tre anni fa, quando l’insegnate avrebbe spedito delle immagini che hanno insospettito il ragazzo bolognese che alla fine si è rivolto alla polizia. Un passaggio determinante per arrivare all’indirizzo Ip e quindi al prof di Quartu. Da qui le indagini e infine la richiesta e la decisione di misure restrittive perché il prof “era a contatto con minori” per lavoro.
Dettin vive in Sardegna da ben 20 anni, insegnante di italiano e storia e vicepreside prima all’Industriale Giua, poi al liceo Motzo. Sposato e padre di due figli, tra le passioni il basket e il jazz che portava anche in aula. In prima fila nella lotta alla dispersione scolastica e nei progetti. Giocatore di basket in serie D, è stato anche allenatore.
Le reazioni. All’uscita del liceo, dai colleghi e da studenti, la reazione più diffusa è quella dell’incredulità, mista allo sconcerto. All’Unione sarda hanno raccontato di un insegnante serio, capace, benvoluto.
Ora spazio alla difesa e al suo legale, Marco Becchis: “Spiegherà tutto”.