Cinque arresti in carcere, 13 ultras ai domiciliari, 11 obblighi di dimora e quattro di firma. Sono queste le 33 misure cautelari eseguite oggi dalla Polizia, a chiusura di una lunga indagine portata avanti dalla Digos di Cagliari, guidata dal dirigente Antonio Nicolli, e coordinata dalla Procura attraverso la Direzione distrettuale antiterrorismo. L’associazione a delinquere di cui a vario titolo sono chiamati a rispondere gli ultras sotto inchiesta era finalizzata alla commissione di diversi reati contro l’ordine pubblico, la persona e il patrimonio. Così in occasione di manifestazioni sportive. Contestato pure lo spaccio di stupefacenti.
Tra i 33 indagati c’è pure l’ex capitano del Cagliari Andrea Cossu, diventato poi dirigente del club rossoblù. All’ex calciatore viene contestato il reato di concorso esterno in associazione per delinquere, una delle accuse di cui a vario titolo devono rispondere gli Sconvolts finiti al centro dell’inchiesta. Per Cossu, il Pm aveva chiuso l’interdizione della funzione di dirigente, ma il Gup che ha emesso le ordinanze con le misure cautelari non l’ha accolta perché l’ex capitano avrebbe comunque avuto un ruolo marginale.
Stando a quanto detto oggi nella conferenza stampa in Questura, Cossu con le sue azioni ha sostenuto gli Sconvolts economicamente in maniera indiretta e conseguentemente anche l’attività della frangia violenta. In particolare è emerso che l’ex capitano ed ex della Nazionale partecipava alle riunioni del gruppo di tifosi e aveva anche le chiavi della sede. Cossu regalava magliette per organizzare lotterie che servivano a finanziare le attività della tifoseria e favoriva l’incontro tra associati e tesserati del Cagliari.
Durante la conferenza stampa. Nicolli ha spiegato che l’indagine riguarda comunque “un gruppo ristretto di Sconvolts e non tutti i componenti della tifoseria. Alcuni – ha continuato il capo della Digos – organizzavano i controlli degli ultrà avversari che arrivavano a Cagliari per seguire la loro squadra. Risalivano a dove alloggiavano e poi c’erano le spedizioni punitive”. L’operazione, denominata ‘Frari’, che nel gergo cagliaritano significa fratello, riguarda fatti accaduti dal 2018 a oggi.
Al vaglio dei poliziotti della Digos decine di episodi di violenza compresi tra settembre 2018, concomitanti con l’inizio del campionato di serie A , fino alla primavera di quest’anno. Tra questi, l’aggressione ai tifosi del Napoli, nel dicembre 2018, in una struttura ricettiva di Capoterra, una “spedizione punitiva” che alcuni tra gli indagati avrebbero attuato col voto coperto e armati di mazze e bastoni. Allo stesso modo era stata organizzata l’aggressione nei confronti dei tifosi fiorentini, nel marzo dell’anno successivo, tra cui agguati anche con lanci di sassi ai pullman che trasportano i tifosi.
Tra i fatti più più recenti esaminati dalla Digos, quello del 21 febbraio 2022 in occasione dell’incontro Cagliari-Napoli: col volto coperto e armati di bastoni alcuni Sconvolts avrebbero lanciato fumogeni, grossi petardi e sassi verso il settore e contro le forze dell’ordine. La Polizia aveva proceduto all’arresto in flagranza di tre ultras e alla denuncia di altri otto. Quanto alla droga, secondo la polizia c’era chi coltivava e spacciava sostanze stupefacenti, per lo più marijuana, per finanziare le attività del sodalizio e per sostenere i costi delle trasferte.
