Pierpaolo Contu, il presunto assassino di Dina Dore, potrebbe non essere stato il solo a uccidere la donna di Gavoi nel marzo del 2008. La nuova ipotesi investigativa è emersa oggi in Corte d’Assise a Nuoro, dove davanti al pm Danilo Tronci stanno sfilando come teste i 12 poliziotti delle Questure di Cagliari e Nuoro che hanno seguito l’indagine. È stato Leopoldo Testa, capo della Squadra mobile del capoluogo sardo, a spiegare le ragioni per le quali si può supporre che Contu avesse un complice.
Per il
“Secondo le risultanze della Polizia scientifica e dei periti – ha spiegato Testa – per la modalità di imbavagliamento che ha portato al soffocamento della donna, poi trascinata e richiusa nel bagagliaio della sua auto, a compiere il delitto non poteva essere un solo uomo. Anche perché – ha aggiunto il dirigente – nel garage di via Sant’Antioco sono state rinvenute tracce di Dna non compatibile con quello di Contu, già condannato come esecutore materiale del delitto”. Di qui si può pensare che “ci fosse un’altra presenza sul posto”.
Testa ha anche parlato del momento in cui, tra ottobre e novembre 2012, si arrivò a una svolta nelle indagini, dopo quattro anni di stallo. “A casa della sorella della vittima è arrivato un biglietto anonimo, in cui si indicava Pierpaolo Contu come esecutore materiale”, questo in seguito alla “confessione di Stefano Lai, amico di Contu. A questo si sono aggiunte le rivelazioni di confidenti di Gavoi raccolte dall’agente di Polizia Antonello Cussu. Tutti fatti che conducevano nella stessa direzione”.
Il capo della Squadra mobile di Cagliari ha letto in aula i passaggi della confessione di Lai: parole drammatiche, rese agli inquirenti il 22 novembre 2012. Questo il testo del verbale: “Pochi giorni dopo l’omicidio, Pierpaolo mi ha chiamato e mi ha portato nella sua officina, dove mi ha detto: hai intuito qualcosa di quello che è successo? Sono stato io a uccidere Dina, me lo ha chiesto Francesco, mi ha promesso la casa di via Sant’Antioco e 200 mila euro. Ha aggiunto anche che ci aveva provato gusto. Gli ho detto che stava dicendo fesserie e me ne sono andato”.
Pochi mesi dopo, l’arresto di Contu e di Francesco Rocca, il marito della Dore alla sbarra come presunto mandante del delitto. A deporre contro Rocca è stata anche la sua ex amante. L’udienza in Corte d’Assise prosegue il pomeriggio per sentire tutti i 12 investigatori. La prossima udienza è invece fissata per il 13 giugno.