Olbia, la Guardia costiera blocca l’arrivo delle navi cariche di percolato

Il comandante della Direzione marittima del Nord Sardegna, Nunzio Martello, ha comunicato alle navi con decine di migliaia di  tonnellate di percolato provenienti dalla Sicilia, il divieto di attracco al porto industriale di Olbia.

La comunicazione ufficiale è arrivata in serata, in applicazione dell’ordinanza che il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, aveva emanato nel lontano 2008: all’epoca della polemica sul trasferimento dei rifiuti napoletani nell’Isola, con il via libera della giunta guidata dall’allora governatore Renato Soru, il sindaco di Olbia aveva stabilito il divieto del trasferimento e del trattamento di rifiuti inquinanti o pericolosi nel territorio di Olbia.

La denuncia del sindaco nel Consiglio comunale

In apertura del Consiglio comunale il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, aveva infatti dichiarato che navi di percolato sarebbero state sul punto di attraccare al porto Cocciani di Olbia. La Guardia Costiera ha confermato direttamente al sindaco l’arrivo di 40mila  tonnellate dei residui di rifiuti organici attraverso diverse navi. L’operazione sarebbe stata avallata dal Cipnes, il Consorzio industriale provinciale del Nord est Sardegna, il cui presidente è l’ex deputato e coordinatore regionale del Pdl, Settimo Nizzi.

Il sindaco ha mostrato all’aula il contratto firmato dal Consorzio con una società di Catania per il trasferimento del percolato, il cui importo economico era stato cancellato con il più classico degli “omissis”. Il Cipnes avrebbe avuto intenzione di trattare i rifiuti all’interno del depuratore consortile, senza farne alcuna menzione al Comune. Il sindaco sarebbe venuto a conoscenza del trasporto e stoccaggio del percolato solo dopo la comunicazione della Guardia Costiera. Una denuncia choc che era stata in via informale già annunciata da Giovannelli nei giorni scorsi. Il percolato prodotto dalle discariche controllate di rifiuti solidi urbani (R.S.U.) è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici, derivanti dai processi biologici e fisico-chimici all’interno delle discariche.

Per legge, il percolato deve essere captato ed opportunamente trattato nel sito stesso della discarica o trasportato in impianti ad hoc debitamente autorizzati allo smaltimento di rifiuti liquidi.

Nizzi: “Non ne sapevo niente”. Giovannelli: “Decisione inaccettabile”. 

Nizzi: “Non ero informato di questa vicenda”. Giovannelli: “Inaccettabile l’atteggiamento del Cipnes”. Una battaglia verbale come non se ne vedevano da mesi, con un refrain che ha fatto tornare la memoria ai tempi della campagna elettorale. Giovannelli contro Nizzi. Nizzi contro Giovannelli. Questa volta il sindaco e il consigliere comunale, ex deputato e coordinatore regionale del Pdl si sono scontrati su un altro dei tanti incarichi di Settimo Nizzi: quello di presidente del Cipnes, il Consorzio industriale provinciale, e sulla questione del percolato proveniente dalla Sicilia.

“Ho saputo ieri sera, solo quando mi ha chiamato il comandante Nunzio Martello, dell’arrivo di 10 navi con il percolato – ha spiegato Nizzi – e non ne ho responsabilità visto che si trattava di un atto amministrativo di cui non ero a conoscenza. Non mi si può accusare di cose che non ho fatto, perché io non sono abituato a dire bugie”. Giovannelli ha ribattuto sottolineando come “nel 2008 la mia ordinanza di divieto di trasferimento di rifiuti dal Continente era stata comunicata anche al Cipnes, ma nonostante ciò abbiamo appreso della conclusione del contratto per decine di tonnellate di percolato. Non possiamo accettare – ha ribadito il sindaco di Olbia – un comportamento di questo genere”.

Giacomo Legato

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