Cellino sarà trasferito in una comunità o in un convento. Ma al cappellano ha chiesto di rimanere per ascoltare l’omelia

Massimo Cellino – mentre i suoi coimputati Mauro Contini e Stefano Lilliu sono tornati a casa –   ha trascorso una notte “supplementare” nella cella del carcere di Buoncammino. Dovrebbe essere anche l’ultima. Dopo aver rifiutato gli arresti domiciliari, infatti, oggi è previsto il suo trasferimento in una comunità o in un convento. Numerose le persone che già da questa mattina, nonostante la pioggia, stanno aspettando l’uscita del mister dal carcere.

Non erano risultati idonei come sede per i domiciliari sia la sua abitazione, sia il Centro sportivo di Assemini (Cellino, infatti, non avrebbe una residenza italiana, ma solo a Miami, negli Usa). La sede alternativa dovrebbe essere in un convento o una comunità di recupero: un detenuto non si può opporre ad un provvedimento di un giudice e restare con la forza in carcere.

Cellino avrebbe chiesto al cappellano di poter rimanere ancora una notte a Buoncammino per ascoltare l’omelia di domenica. Cellino che in carcere dice di stare bene e pare suoni pure la chitarra, oggi ha ricevuto la visita del fratello minore, l’imprenditore Alberto Cellino e dell’avvocato Giovanni Cocco, che insieme al collega Benedetto Ballero, difende Cellino.
Qualunque sia la nuova destinazione, quella di Cellino è una forma di protesta che sta creando problemi superflui a una macchina della giustizia che già fa fatica a gestire l’ordinaria routine. Una mossa propagantistica e di immagine, analoga a quelle annunciate proprio in queste ore da Silvio Berlusconi e dal suo staff per protestare contro i magistrati. Tanto che – nonostante le smentite degli ambienti vicini al presidente del Cagliari – si è diffusa l’ipotesi di un progetto di Cellino per scendere in politica. Ma in realtà l’unico elemento è l’uso che egli sta facendo della sua carcerazione.

Di certo – su questo punto il presidente del tribunale del riesame Sandro Poddighe è stato chiarissimo – ha ottenuto gli arresti domiciliari (su richiesta dei suoi avvocati difensori) e deve uscire dal carcere. Se ha fretta di tornarvi, d’altra parte, la soluzione è semplice: è sufficiente che subito dopo essere entrato nel luogo prescelto, lo abbandoni. L’evasione dagli arresti domiciliari lo riporterebbe quasi automaticamente dietro le sbarre.

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