Nessun colpevole per il disastro ambientale a Porto Torres: il reato è prescritto

Il reato è prescritto e quindi nessuno pagherà per il disastro ambientale nell’area industriale di Porto Torres: il gup del Tribunale di Sassari, Gianpaolo Piana, ha respinto oggi la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla pm Enrica Angioni nei confronti di tre dirigenti della ex Syndial, Gianluca D’Aquila, all’epoca dei fatti responsabile degli interventi ambientali per l’area Sardegna, e i due procuratori speciali Luigi Volpe e Francesco Misuraca.

Dopo le discussioni delle parti, il giudice ha emesso la sentenza di non luogo a procedere per i tre imputati. Il reato contestato, “avere causato con le loro condotte un disastro dal quale derivava pericolo per la pubblica incolumità”, è prescritto. I tre dirigenti, difesi dagli avvocati Piero Arru, Fulvio Simoni e Luigi Stella, erano finiti sotto inchiesta in seguito alle indagini dei carabinieri del Noe di Sassari, iniziate nel 2015. Erano accusati di aver realizzato e gestito nella zona industriale di Porto Torres (nella cosiddetta area delle “palte fosfatiche”), dal 2011 al giugno 2015, una discarica non autorizzata di rifiuti speciali pericolosi (scorie da fosforo), commettendo così un fatto diretto a causare un disastro ambientale, dal quale poteva derivare un pericolo per la pubblica incolumità, consentendo anche lo sversamento nella falda e sul terreno delle acque di dilavamento. Nel procedimento si sono costituiti parte civile il Comune di Porto Torres, rappresentato dall’avvocato Fabrizio Bionda, e il ministero dell’Ambiente, con dall’avvocato dello Stato Giandomenico Tenaglia. Procura e parti civili si riservano la possibilità di un ricorso una volta pubblicate le motivazioni del gup.

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