Negata l’estradizione in Turchia per il presunto terrorista del Pkk

La Corte d’appello di Sassari ha respinto la richiesta di estradizione presentata dalla Turchia nei confronti di Devrim Akcadag, 48 anni, il cittadino tedesco di origini kurde, arrestato l’1 agosto dalla Digos di Sassari mentre era in vacanza in Sardegna con la figlia, in esecuzione di un mandato internazionale emesso dalle autorità turche, che lo accusano di essere un terrorista del Pkk, arresto poi revocato il 25 settembre.

La Corte, presieduta da Salvatore Marinaro (a latere Marina Capitta e Maria Grixioni), ha reputato che “non sussistano le condizioni ai fini dell’accoglimento della domanda di estradizione”, in quanto la documentazione fornita come prova dalle autorità turche non è stata ritenuta sufficientemente valida a supportare le accuse.

Inoltre, i giudici hanno specificato nella sentenza che “occorre constatare che in Turchia persistono condizioni generali di violazione dei diritti fondamentali della persona e del giusto processo”, e che “si ravvisa il concreto rischio che l’estradando subisca nelle carceri trattamenti inumani e degradanti, in quanto è tuttora sospesa sul territorio dello Stato l’applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo”, scrivono i giudici nel provvedimento.

Akcadag era presente in aula con il suo avvocato difensore, Nicola Canestrini, che ha dichiarato: “Siamo naturalmente soddisfatti per la attenzione dimostrata dall’autorità giudiziaria, anche se stupisce l’assordante silenzio del Ministero che pur avrebbe potuto e dovuto bloccare la richiesta estradizionale turca”.

Soddisfazione per la sentenza è stata espressa anche dalle associazioni Libertà per Oçalan – Sardegna, Associazione sarda contro l’emarginazione (Asce) e Cobas scuola Sardegna. “Riteniamo che questa sentenza possa non solo rafforzare le garanzie giurisprudenziali concernenti tale drammatica casistica, ma possa ora indicare la necessità propriamente italiana di chiarificare i limiti dell’azione dell’Interpol all’interno delle zone grigie della funzione di polizia internazionale”.

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