Naufragio Asinara, dubbi dei familiari. La sorella della vittima: “Il silenzio di Pinna è una colpa”

La sorella di Davide Calvia – il 38enne sassarese trovato morto a Lu Bagnu dopo il naufragio vicino all’Asinara – ha molti dubbi sulla vicenda e vuole verità. “Voglio, anzi pretendo, giustizia per mio fratello. E in questo percorso non ci possono essere scorciatoie: chi sa e non parla si mette dalla parte dei colpevoli, di chi ha fatto del male a Davide fino a causarne la morte”, ha detto al quotidiano La Nuova Sardegna. A sconcertare la famiglia della vittima è il silenzio del cugino sopravvissuto, Giovannino Pinna. L’avvocato ha fatto sapere al magistrato titolare dell’inchiesta che ancora non se la sente di parlare perché sta completando le terapie dopo il ricovero. Ma i familiari di Calvia sottolineano che Pinna avrebbe riniziato a uscire e anche a frequentare bar.

“È evidente che se è così, perché non ha trovato il tempo per parlare con noi, con mia madre che ha visto negato anche un minimo colloquio?”, ha detto Nadia Calvia alla Nuova. “Su quella barca erano almeno in due e chi era con mio fratello sa. Io non accuso Giovannino di avere fatto qualcosa, ma al tempo stesso secondo me ha la colpa di non parlare. Fin dal principio ha detto che mio fratello gli è morto davanti agli occhi, e questo non può essere vero perché l’autopsia ha dato le prime indicazioni, e Davide non è morto annegato. Aveva traumi importanti anche su organi vitali e un buco in testa di forma triangolare”.

Pinna è stato trovato a più di 24 ore dal naufragio, provato ma non in gravi condizioni. Ora è indagato per naufragio colposo. Il corpo senza vita di Calvia è stato trovato 10 giorni dopo. Secondo l’autopsia, il 38enne non sarebbe morto annegato: sul corpo segni di violenza, traumi importanti.

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