Moby Prince, Lai (Pd) agli studenti di Cagliari: “Confermo, esplosivo a bordo”

Continuano le indagini della commissione parlamentare d’inchiesta sulla tragedia della Moby Prince, presieduta dal senatore Silvio Lai (Pd). Domani sarà ascoltato l’ex comandante della caserma dei Vigili del fuoco di Livorno, Fabrizio Ceccherini. Mentre il 31 maggio toccherà all’ex comandante della Capitaneria di porto Sergio Albanese: ha chiesto lui stesso di essere sentito. Obiettivo: capire come funzionò la macchina dei soccorsi quella notte del 10 aprile di 25 anni fa quando la Moby si scontrò con la nave Agip Abruzzo due miglia fuori dal porto di Livorno. Con un tragico risultato: 140 persone e un solo superstite sul traghetto diretto ad Olbia. Tutti salvi, invece, i marittimi della nave Agip.

L’aggiornamento sul percorso, prossime tappe e possibili sviluppi sono stati anticipati questa mattina dal presidente Lai, a margine dell’incontro promosso a Cagliari da Rai e Università nel polo di Sa Duchessa di fronte a decine di studenti. Presente anche una rappresentanza dei familiari delle vittime. “Stiamo raccogliendo – ha detto il senatore Lai – le ultime testimonianze sui soccorsi per presentare entro giugno una relazione”. Naturalmente si continuerà anche a scavare sulle cause delle tragedia. A maggior ragione dopo la svolta dei giorni scorsi con l’audizione dell’ex ministro degli Interni Vincenzo Scotti. “Sono emersi – ha ricordato Lai- dei documenti ufficiali di interlocuzione con la polizia che testimoniano la presenza a bordo di esplosivo: vogliamo saperne sicuramente di più”.

Durante la mattinata è stato mostrato il documentario del giornalista Rai Paolo Mastino, che tocca tutti i punti critici della vicenda. Lai ha ribadito anche che la commissione ha affidato ai Ris di Parma e alla Guardia di finanza la ricostruzione dei momenti dell’impatto tra le due navi. “I soccorsi – ha ribadito Luchino Chessa, figlio del comandante Ugo Chessa scomparso nella tragedia e rappresentante dei parenti delle vittime – sono stati disastrosi”. “L’Università – ha detto il rettore Maria Del Zompo – si mette a disposizione con tutte le sue professionalità. “Le indagini scientifiche sui corpi sono complesse- ha detto Ernesto D’Aloja, docente di medicina legale ed esperto a livello nazionale- E non bisogna affidare alla scienza la soluzione di tutti gli aspetti giudiziari. Ma la semplificazione che tutti sono morti in mezz’ora è eccessiva. Non dico che tutti sarebbero potuti essere salvati. Ma il superstite è la prova provata che c’era possibilità di sopravvivenza”.

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