Migaleddu: “Impianti ecocompatibili? Sprigionano diossine e altre sostanze cancerogene”

Dal trattato di Kyoto in avanti, il mondo si è messo in testa di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Ma le centrali a biomassa possono essere considerate un esempio virtuoso ed eco-compatibile?

Un primo avvertimento: non ci si lasci ingannare dalle bianche colonne di fumo che si levano da impianti come quello previsto a Macchiareddu. Sono gli stessi ingegneri della Powercrop a calcolare che il traffico indotto dall’approvvigionamento delle biomasse sarà pari a circa 16.200 mezzi pesanti che dovranno percorrere distanze considerevoli, visto che la biomassa arriverà da siti distanti oltre 70 km dalla centrale.

Ma non finisce qui: “se si considera che la biomassa arriverà soprattutto via mare, tramite navi-cargo, si può affermare che quella voluta da Enel e Seci Energia non sarà un’operazione in grado di contenere l’emissione di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra nell’atmosfera”. Parola di Vincenzo Migaleddu, presidente sardo dell’Isde, l’Associazione dei medici per l’ambiente.

Insomma, quella voluta da Enel e Seci Energia non sembra essere un’operazione in grado di contenere l’emissione di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra nell’atmosfera.  Piuttosto, si tratta di un impianto che emetterà polveri pericolose. “L’80% delle emissioni delle centrali a biomasse è infatti costituito da particolato sottile e ultrasottile, polveri inferiori a 2,5 micron o, addirittura, a 1 micron, che riescono a penetrare sino al letto alveolare e da qui nel sistema sanguigno attraverso i capillari”, spiega Migaleddu. Il processo di combustione, infatti, sprigionerà nell’aria anche diossine e furani, gruppi tossicologici di cui è nota l’attività cancerogena. I rischi? “Asma, polmoniti, tumori del polmone, patologie cardiovascolari, ictus e malattie degenerative come la sclerosi a placche”.

Un allarme questo che viene da più parti: Giuseppe Serravezza, oncologo e dirigente della Lega italiana contro i tumori, ha di recente ricordato che “le centrali a biomasse, sia grandi che piccole, comportano emissioni di gas inquinanti. Sappiamo che questi gas posseggono differenti sostanze cancerogene, come i più noti ossidi di carbonio e di azoto, ma anche idrocarburi aromatici, formaldeide e metalli pesanti. Si tratta di nozioni acclarate, e che si parli ancora dell’eventualità di una centrale a biomasse mi amareggia, perché trovo sia una violenza alle persone, provocata da faccendieri che cercano di imporre impianti che loro dicono essere puliti, ma si tratta solo di furberie che oltraggiano l’intelligenza”. Aggiunge Migaleddu: “L’olio combustibile, come quello utilizzato dalla E.on di Fiume Santo, per fare un esempio, ha un impatto ambientale e sanitario minore delle biomasse.

A essere colpite dai bianchi fumi della Powercrop saranno soprattutto Elmas, la zona ovest di Cagliari (Sant’Avendrace, San Michele, Giorgino) e Assemini.  (Piero Loi)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share