Marcia della Pace, in 2000 a Villacidro. Don Ciotti contro fabbrica bombe

Poco meno di 2000 persone, molti migranti, moltissime associazioni e tanti cittadini hanno sfilato per le strade di Villacidro per la 32/a Marcia della Pace promossa dalla Caritas diocesana di Ales-Terralba, dalla delegazione regionale Caritas Sardegna e da Sardegna Solidale. Il tema principale è quello della 52° Giornata Mondiale della Pace del prossimo 1 gennaio 2019: “La buona politica al servizio della Pace”, mentre il sottotitolo scelto per la marcia a Villacidro “La buona politica per la Sardegna: solidarietà, lavoro, bene comune” è diventato l’argomento dei vari interventi che si sono susseguiti sul palco allestito in piazza Madonna del Rosario. Tra i partecipanti il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti. Tra i tanti a parlare l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio e il vescovo di Iglesias e delegato regionale della Caritas, Giovanni Paolo Zedda.

“La pace è da ricercare e costruire continuamente – ha detto Zedda – giorno per giorno. La politica deve avere un ruolo importante: non può delegare la costruzione della pace”. Proprio al mondo politico si è rivolto don Luigi Ciotti nel suo intervento. “Voi che vivete in questa terra meravigliosa, voi che sapete cosa vuol dire l’accoglienza e non vi siete mai tirati indietro, pensate anche a chi viene qui a cercare l’accoglienza. Quello che si sta facendo in Italia, quello che sta facendo la politica è contro la costituzione. Quello che è stato fatto sulla pelle dei nostri migranti non deve essere rifatto sulla pelle di chi oggi chiede a noi accoglienza”. Don Ciotti, che durante il suo lungo intervento si è soffermato a lungo sul concetto di speranza “che restituisce dignità ai popoli che vivono in stato di sopraffazione”, si è schierato contro la fabbrica di bombe a Domusnovas. “Il lavoro non giustifica la creazione di strumenti di morte per persone dei paesi sottosviluppati – ha evidenziato -. Ci deve essere una via di mezzo, perché il lavoro è anche dignità, ma non deve essere sopraffatto da interessi che molte volte vengono curati dalle multinazionali”.

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