“L’instinto predatorio barbaricino”, la polemica sul procuratore Saieva

Non si placano le polemiche attorno alle parole pronunciate dal procuratore generale della Corte d’Appello Roberto Saieva all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario: la frase pronunciata all’interno di una relazione su giustizia e criminalità nell’Isola, dove si parlava di “Istinto predatorio tipico della mentalità barbaricina”, ha sollevato una valanga di critiche da parte di cittadini ed esponenti della politica sarda.

Il movimento Sardegna Possibile affida il suo commento a una nota in cui si chiedono le scuse formali di Saieva: “Sardegna Possibile vuole farsi portavoce del sentimento di sdegno di tutti i sardi, barbaricini o meno, che attendono scuse formali da parte del Procuratore Generale di Cagliari per le inaccettabili parole da lui pronunciate in un atto pubblico, in cui si parla di ‘istinti predatori’ attribuibili ai sardi, con una leggerezza non certo adeguata alla responsabilità della carica che ricopre. Per svolgere un ruolo di arbitro, di giudice giusto, è necessario anzitutto partire dal rispetto profondo per le persone e per la loro cultura. Gli istinti predatori forse sono presenti nella parte più arcaica dell’inconscio di ogni essere umano, ed è compito di ciascuno fare il possibile per tenere a bada i propri, cosa che con ogni evidenza non ha fatto il magistrato in questione, a cui a quanto pare sembra normale manifestare disprezzo verso una ipotetica categoria di persone, unite da chissà quale razza di appartenenza. Ci sembra ugualmente stupefacente la mancanza di reazioni istituzionali da parte dei rappresentanti del governo della Sardegna, che ricevono senza batter ciglio un insulto rivolto ai propri cittadini. Sardegna Possibile non vorrebbe dover concludere che i membri della Giunta, a cominciare dal suo Presidente, possano condividere, sotto sotto, la squalifica espressa in quell’intervento. Se non viene fornita una pubblica scusa, crediamo che debba esserci, da parte di tutte le organizzazioni che rappresentano gli interessi e la dignità dei sardi, una richiesta unanime di dimissioni del Procuratore Generale di Cagliari, per evidente incapacità di ricoprire la responsabilità certamente delicata che gli è stata attribuita”.

Antonietta Mazzette, sociologa dell’Università di Sassari, interpellata dal quotidiano L’Unione Sarda, sottolinea ironicamente che “Ci sono animali con un istinto predatorio, per esempio alcune specie di uccelli, rientra nell’equilibrio dell’ecosistema; non mi risultano istinti simili per gli esseri umani. Gli uomini sono sempre il prodotto di fattori culturali e sociali. Non conosco il procuratore Saieva, forse quella frase gli è sfuggita, ma letta così lascia esterrefatti”.

Pier Franco Devias, leader della sinistra indipendentista, sottolinea che a tre giorni dalle “vergognose dichiarazioni razziste del Procuratore Generale di Cagliari nessun sindaco, assessore, rappresentante istituzionale, né tanto meno nessuno dei collaborazionisti della Giunta hanno sentito il dovere di controbattere, di difendere l’onorabilità di centinaia di migliaia di cittadini sardi. E’ una vergogna che i Sardi siano governati da amministratori così molli e sottomessi alla prepotenza coloniale”.

Cauto il commento di Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia al Consiglio Regionale, affidato a L’Unione Sarda: “Il procuratore Saieva conosce molto bene Nuoro per averci lavorato egregiamente, ci ho avuto a che fare anche come avvocato e so che è un ottimo magistrato, assolutamente rispettoso della cultura barbaricina. Non ho letto per intero la sua relazione, non vorrei che, estrapolando una frase dal contesto, spunti un significato distorto rispetto a quello che si voleva comunicare”.

 

 

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