“Ho piena e completa fiducia nella giustizia”. Gianluca Cadeddu, il direttore generale del Centro regionale di programmazione (Cpr) finito sotto inchiesta per la gestione dei fondi europei del Por-Fers, commenta così, interpellato da Sardinia Post, l’avviso di garanzia ricevuto dalla Procura di Cagliari. L’indagine, per turbativa d’asta e corruzione, sembra delicatissima a giudicare dalle mosse del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle che tiene davvero blindato il fascicolo in mano al sostituto procuratore Giangiacomo Pilia.
Il Dg Cadeddu non è il solo indagato. In tutto sarebbero una decina gli avvisi di garanzia firmati dal Pm. Destinatari: alti funzionari della Regione e componenti di una commissione di gara, tra cui Graziella Pisu, coordinatrice dell’Autorità di gestione del Por-Fers 2014-2020 sul quale il Crp garantisce la super visione.
L’inchiesta si sarebbe sviluppata proprio a partire di un bando che dovrebbe valere svariate decine di milioni, ma la cui misura di intervento (così sono divisi i f0ndi Ue) non si conosce nel dettaglio. E anzi potrebbero essere più di una le gare che hanno fatto accendere i riflettori della Procura. Stando alle ipotesi accusatorie, sarebbero stati promessi posti di lavoro in cambio dell’assegnazione di risorse. Di qui appunto la turbativa d’asta e la corruzione.
Il pm Pilia sta lavorando da quest’anno all’indagine, culminata la scorsa settimana col blitz della Guardia di finanza negli uffici del Crp, in via Cesare Battisti a Cagliari, una traversa di viale Trento, dove ha sede il palazzo centrale della Regione. I militari hanno portato via documenti, pc e telefoni. Per certo i computer di Cadeddu e della Pisu. Ma sarebbe stato sequestrato anche il cellulare aziendale dello stesso direttore generale.
Oggi che in Consiglio regionale si discuteva la Finanziaria 2018, ma dell’indagine non si è parlato, nemmeno nei corridoi. E la Giunta, al momento, ha deciso di non affidare ad alcuna nota istituzionale il commento sul lavoro di Procura e Fiamme gialle. (al. car.)
