L’assoluzione di Zuncheddu: il bossolo che ha scagionato dopo 33 anni il pastore

Avevano capito da subito che in quelle indagini c’era qualche cosa di strano, che “la ricostruzione dei fatti era inverosimile. Sia per quanto riguarda la dinamica della strage, sia per come erano state svolte le indagini”.

Lo sostiene il colonnello dei carabinieri, Michele Lastella, il colonnello dei carabinieri che ha guidato la squadra speciale creata dalla Procura di Cagliari che si è occupata della riapertura del caso di Beniamino Zuncheddu, il pastore dichiarato innocente pochi giorni fa dopo aver trascorso in carcere ingiustamente 33 anni.

Il colonello Lastella, sentito dai quotidiani La Stampa e Il Secolo XIX, ha ripercorso le fasi delle indagini che hanno portato all’assoluzione di Zuncheddu.

“Il caso venne riaperto nel 2019 – racconta il colonnello – e notammo subito che sulla scena del crimine c’era una seconda arma. Lo capimmo da un bossolo calibro 20 profondamente diverso dal 12 utilizzato per il triplice omicidio”, e di conseguenza “ci siamo detti che la strage di Sinnai poteva essere stata compiuta solo da un killer professionista”.

Già solo questa verifica sarebbe bastata per spazzare via le accuse nei confronti del pastore. Questo elemento era già agli atti, ma non fu preso bene in considerazione. “Non abbiamo scoperto noi la cosa – precisa il colonello Lastella – era già agli atti. Per noi questo aspetto fu importante perché cambiava lo scenario del delitto. Che avesse fatto tutto Zuncheddu sceso dalla montagna con due fucili in mano ci sembrava inverosimile. O c’erano dei complici o non poteva essere stato lui”.

L’altro elemento non chiaro erano le dichiarazioni del pastore scampato alla strage Luigi Pinna che “ha fornito dichiarazioni contradditorie – precisa l’ufficiale – prima disse che non aveva visto nulla, poi accusò il pastore”.

La svolta arrivò con le intercettazioni telefoniche scattate alla riapertura del caso: “Pinna si agitò molto – racconta Lastella ai giornalisti – durante una intercettazione disse alla moglie stavolta mi arrestano“.

Ma non solo: “Dopo un interrogatorio in Procura sempre alla moglie disse questi carabinieri non sono stupidi hanno capito che la foto di Zuncheddu l’avevo vista prima

Dopo l’assoluzione di Zuncheddu rimane il mistero di chi abbia compiuto il triplice delitto. Secondo l’ex capo del pool ci sarebbero due piste possibili: una legata a una lite per il bestiame e la seconda ipotesi è più vicina alla criminalità sarda dell’epoca, quella dei sequestri di persona: “Vedremo, adeso per me la cosa più importante e che siamo riusciti a dimostrare l’innocenza e la dignità di un uomo”.

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