Lai (Pd) attacca Cappellacci sul Pps: “Propaganda”. Il portavoce: “Mistifica”

“Per la prima volta la propaganda dei risultati degli incontri romani di Cappellacci viene smentita e smontata non dagli avversari politici ma dalle istituzioni e dai tecnici e il Presidente della Regione si innervosisce e perde l’aplomb istituzionale, e non per finta come in aeroporto qualche giorno fa”. Così il segretario regionale del Pd, il senatore Silvio Lai, dopo la presa di posizione del Mibac sulla revisione del Piano paesaggistico e le successive affermazioni del governatore.

“È oramai da moltissimi mesi che all’ordinaria, e quanto mai necessaria in questo tempo di crisi economica, attività istituzionale – afferma Lai – la Presidenza della Regione sostituisce una strategia teatrale di incontri istituzionali finti e falsi, supportati da compagni di partito che ricoprono incarichi di responsabilità, dai quali non esce un comunicato ufficiale congiunto, una decisione formale o un fatto operativo, ma solo comunicazioni dell’ufficio stampa della Presidenza dai quali risulta solo ciò che Cappellacci vuole far credere che gli abbiano detto. D’altronde, sul Ppr, basta ricordare che nel mese di febbraio 2013 Cappellacci comunicava che si erano ‘intensificati e stretti costanti e proficui rapporti con il Mibac e che la collaborazione era culminata con la sottoscrizione di un primo protocollo d’intesa e con la firma di un disciplinare tecnico che regolerà – si diceva – le modalità operative, i cronoprogrammi e i contenuti tecnici per lo svolgimento delle attività di verifica e adeguamento del Ppr'”.

“Sul Ppr – prosegue l’esponente del Pd – la risposta del Ministero dei Beni culturali è travolgente per nettezza, mentre Cappellacci raccontava che per il Piano era tutto già fatto, una corretta (e di questi tempi, coraggiosa) direzione generale, un tecnico non un ministro ostile, comunicava formalmente che niente di ciò che affermava corrispondeva a verità, che gli incontri erano in corso ma che non era autorizzato né concordato nulla. D’altronde le annunciate visite di sopralluogo da parte del ministero nelle aree interessate al cambio del Ppr in Gallura, non si sono mai realizzate o, forse, sono state annullate. Sarà perché a Roma ormai è evidente che quando il Presidente della Regione Sardegna si presenta da un interlocutore, non chiede un rapporto leale tra istituzioni ma solo complicità per propaganda elettorale, e solo per le questioni che servono a questa strategia non alla Regione nel suo insieme”.

A stretto giro di posta è arrivata la replica del portavoce del presidente Cappellacci, Alessandro Serra. “Le dichiarazioni dell’on. Lai rivelano una sola verità: il vertice del Partito Democratico in Sardegna è talmente privo di idee e vuoto di contenuti che non può fare altro che l’interprete maldestro di brevi comunicati rilasciati da organi tecnici del Ministero per i Beni Culturali”.

“Il timore è che l’on. Lai poco sappia del lavoro svolto in questi anni tra la Regione ed il Ministero. Le sue affermazioni – afferma Serra – sono senz’altro sintomo dell’effimera posizione presa ormai dal proprio partito: un appiattimento acritico e supino ai poteri che stanno fuori dalla Sardegna. Da quando il PD è nella maggioranza che sostiene il Governo, il suo segretario regionale ha ammainato la bandiera autonomista per sventolare quella bianca e praticare la politica dello zerbino. Lo fa mistificando la realtà, perché chiunque può verificare come le notizie riguardanti i confronti del presidente Cappellacci a livello nazionale ed europeo sono stati oggetto di note ufficiali ed interviste diffuse anche da parte degli interlocutori. Gli atti compiuti dall’amministrazione regionale sono trasparenti e, come previsto – prosegue il portavoce del governatore – saranno oggetto di un ampio dibattito che coinvolgerà tutti i sardi a partire dai sindaci, i primi riferimenti delle comunità locali, ai tecnici, alle organizzazioni professionali ed imprenditoriali, alle associazioni e ai semplici cittadini. Non temiamo certo il confronto sul piano dei contenuti e della sostanza del Piano Paesaggistico della Sardegna. Ma non siamo interessati alle sterili polemiche di chi ha già deciso di abdicare alla propria specialità ed autonomia per consegnare le chiavi della Sardegna al proprio Ministro di riferimento. Questo non sarà consentito né a Lai né ad altri proconsoli romani”.

 

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