Ruben ha solo due mesi ed è già una piccola celebrità: è il terzo bambino italiano ad avere due mamme davanti allo Stato. Pochi giorni fa il comune di Napoli, ufficio anagrafe, ha concesso al bimbo, nato a Barcellona lo scorso 3 agosto, il certificato di nascita: i suoi genitori si chiamano Daniela e Marta.
Ruben è figlio di Daniela Conte, napoletana, e della sua compagna Marta Loi, di Cagliari. Le due giovani si sono sposate qualche mese fa in Spagna, dove i matrimoni omosessuali sono consentiti, ma per vedere riconosciuto lo stato anagrafico del figlio sono dovute tornare in Italia: nel paese iberico la cittadinanza è infatti concessa per ius sanguinis, cioè per discendenza, ed essendo le due italiane il piccolo è rimasto apolide sin dalla nascita e non aveva possibilità di accedere ai diritti basilari. Niente passaporto, niente assistenza familiare, nessun modo di accedere ai sussidi che lo stato spagnolo garantisce ai bambini e ai loro genitori.
Fino al 30 settembre scorso, quando il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha accolto la richiesta delle due donne e ha accettato di trascrivere l’atto di nascita di Ruben: oggi il bambino ha finalmente un documento di identità che ne certifica la cittadinanza e un passaporto. Nel documento sono indicati i genitori anche se l’atto italiano non parla di un generico ‘genitore’ ma specifica ‘madre’ e ‘padre’. E così Daniela è indicata come madre, Marta come padre. Due mamme, comunque, finalmente riconosciute come nucleo familiare non direttamente dal Governo tramite un preciso strumento normativo ma da un amministratore che ha scelto di agire in autonomia per dare a quel bambino un documento.
Il caso di Marta e Daniela mostra ancora una volta la grave lacuna normativa dello Stato italiano che non riconosce i diritti ai figli delle coppie omosessuali: “La classe politica italiana è un problema perché stantia – ci ha detto Marta Loi – ma ci vuole un cambiamento capillare a livello sociale: purtroppo non si sa molto di omosessualità e omogenitorialità e occorre parlarne e informare le persone nel modo corretto”.
Dopo la nascita di Ruben le due donne hanno cercato il sostegno delle istituzioni italiane e hanno scritto a diversi comuni per trovare una soluzione: “Abbiamo contattato anche il Comune di Cagliari, non ci aspettavamo una soluzione immediata ma almeno un sostegno, e invece non abbiamo ricevuto risposta. Per fortuna il sindaco di Napoli ci ha ascoltato: ora il nostro bambino ha un documento, può viaggiare e può godere di tutti i diritti degli altri. Credo che il nostro risultato costituisca un precedente importante, sono sicura che altri sindaci potrebbero esporsi come ha fatto De Magistris e sarebbe un segnale importante dei comuni verso il governo. Purtroppo in Italia si fa fatica ad accettare l’idea di un figlio con genitori omosessuali per un problema di disinformazione: la soluzione è educare le persone alle diversità”.
Francesca Mulas
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