La Regione della crisi brinda coi vip. E ci costa 123 euro al minuto

Articolo pubblicato l’11 novembre 2012 (Archivio Sardinia Post)

Tra un minuto, proprio mentre leggete questo articolo, le casse della Regione e dunque le tasche dei contribuenti si saranno alleggerite di 123 euro. Che tra centoventi secondi diventeranno 246 e così via, fino alle 22,30 di domani. 123 Euro è il costo al minuto della manifestazione ‘Vip wine’, in corso a Milis in concomitanza con la sagra del vino novello e realizzata mettendo sul piatto la modica cifra di 115.510 euro. Garantiti dalla Regione. E dunque da tutti noi.

Ma cos’è ‘Vip wine’? In sostanza, come si specifica nei documenti, si parla di ‘aperipranzi’ e ‘apericene’, termini importati direttamente dalla ‘Milano da bere’. Il mangiare sarà certamente di indubbia qualità, visto che dietro ai fornelli c’è lo chef di caratura internazionale Luigi Pomata. Ma in tempi di crisi, val la pena di impiegare i soldi dei contribuenti per una due giorni a base di spuntini e degustazioni made in Pomata e conferenze – di certo interessanti – tenute dei giornalisti del Gambero Rosso?

Tutto nasce da un’idea dell’assessore regionale all’Agricoltura Oscar Cherchi, oristanese doc. Lo scorso anno, all’inaugurazione della 24ma Rassegna dei vini novelli, proprio a Milis, gli viene in mente di organizzare, in concomitanza con la sagra dei vinelli di prima macerazione, un evento collaterale dedicato “a un pubblico più esigente”, dice l’assessore.

A distanza di un anno, l’esponente della giunta Cappellacci decide di fare sul serio e demandare l’organizzazione della manifestazione a Laore, l’Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura. Dice Cherchi che l’evento si deve organizzare a Milis e chiede a Gianni Ibba, direttore del servizio per le politiche di sviluppo rurale in capo a Laore, di prendere carta e penna e contattare per prima cosa la Pro loco per ‘chiedere il permesso’ di organizzare il ‘Vip wine’ in concomitanza con la rassegna dei novelli. Di più: Laore chiede all’associazione di occuparsi pure della comunicazione. In che modo si vedrà tra poco.

Sul versante enogastronomico invece l’onere spetta all’Unione italiana ristoratori, rappresentata in Sardegna dallo chef Luigi Pomata. In base a quale criterio? Spiegano i documenti che c’è la necessità di individuare un soggetto “in grado di assicurare il necessario coordinamento operativo per il buon esito dell’azione programmata”. Ovvero? “Azioni relative a segreteria organizzativa e realizzazioni eventi gastronomici”. Tradotto: occuparsi degli ospiti – come i giornalisti del Gambero Rosso – e assicurare il servizio catering. Che, in Sardegna, non è certo esclusiva prerogativa dell’Unione italiana ristoratori. Tant’é: la scelta ricade – senza gara d’appalto, come permette la legge – sulla Uir e, di conseguenza, sul suo referente nell’Isola, lo chef Luigi Pomata.

Il 22 ottobre scorso Laore chiede all’Unione ristoratori un preventivo. Che arriva otto giorni dopo. E nel giro di ventiquattr’ore, gli uffici regionali danno il via libera per un costo di 59.980 euro. Che, con l’Iva, diventano poco meno di 72mila euro.

Una cifra di tutto rispetto, che comprende una ‘apericena’ il venerdì per un massimo di 50/60 persone, due ‘aperipranzi’ il sabato e la domenica per un totale massimo di 140 persone, due ‘live cooking’ il sabato e la domenica dalle 11 alle 12 per massimo 50 persone ognuno e infine una ‘cena a quattro mani’, il sabato, per 100/120 persone.

Visto il numero dei coperti, forse si spiega come mai l’evento si chiami “Vip wine”.

Scherzi a parte: ma chi sono questi ‘vip’? Semplice: giornalisti, manager della grande distribuzione, direttori di alberghi. E chiaramente politici e funzionari regionali e locali. Per farla breve: ingresso non compreso per i ‘comuni mortali’. Le spese però sembrano più da evento mainstream.

In definitiva: all’Unione ristoratori vanno 12.500 euro per il costo del personale, 37.659 euro in ‘conto economico’ (attrezzatura e materie prime) e infine 9.800 euro per l’ufficio stampa composto da tre persone che “seguiranno l’organizzazione degli eventi – si legge nel preventivo – e gli interventi dei giornalisti”.

Ma esclusi i 72mila all’Unione ristoratori, come si arriva alla cifra finale di 115mila euro? Con la ‘comunicazione’ curata dalla Pro loco di Milis che, come richiesto dagli uffici regionali, il 30 ottobre invia un’offerta con preventivo allegato. Passano appena ventiquattr’ore, proprio come nel caso dell’Unione ristoratori, e la Regione legge e approva. Così nelle casse della Pro loco arrivano 42mila euro, Iva compresa. Spesi su vari capitoli, come si vede dai documenti originali.

Ad esempio, partono 8.500 euro per la stampa di 800 manifesti e l’affissione in 50 comuni sardi. Altri 7.400 vanno via in pubblicità su Unione sarda, Nuova Sardegna, Videolina e Sardegna Uno. E qui sorgono un po’ di dubbi, posto che pianificare una copertura pubblicitaria del genere è parecchio difficile in appena ventiquattr’ore. Chiudono il cerchio ‘pubblicità’ altri 3.200 euro per la produzione di uno speciale tv e spese di segreteria. La Pro loco garantisce inoltre l’assistenza di sala durante le conferenze dell’evento: quattro persone rigorosamente in costume sardo per 2.600 euro.

Se poi i sardi nulla sapevano sull’esistenza di ‘Vip wine 2012’ è un’altra faccenda. La bontà dell’iniziativa è garantita da due testimonial d’eccezione, il presidente della Regione Ugo Cappellacci e l’assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi.

“Come lottiamo per difendere dalla crisi e dalla delocalizzazione quelle realtà produttive che possono essere ancora competitive, abbiamo il dovere di promuovere le nostre eccellenze nel settore vitivinicolo e agroalimentare in generale”, ha sentenziato il governatore.

Meno opportuna sembra forse la scelta di spendere 115mila euro. Tant’é: nei dieci minuti di lettura di questo articolo, sono già volati via 1.230 euro. Solo per coprire le ‘spese vive’, ad essere precisi. Sia l’Unione ristoratori, sia la Pro loco sono infatti associazioni senza fini di lucro. Per fortuna.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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