Dedoni (Riformatori): “La Regione abbandona il comparto ovino”

“È da condannare senza mezzi termini il comportamento di chi, attraverso pratiche commerciali dal dubbio profilo etico (sebbene mascherate dal rispetto formale di leggi e regolamenti) e affermazioni provocatorie e irresponsabili rilasciate agli organi di stampa, danneggia l’immagine e il valore di uno dei comparti produttivi più importanti della Sardegna, quello lattiero-caseario ovino. Allo stesso modo si deve però rilevare che la Regione ha rinunciato a qualsiasi forma di governo del comparto, che è abbandonato a se stesso e pertanto facile vittima di speculazioni da parte di soggetti privi di scrupoli, pronti ad affossare l’economia dell’Isola pur di guadagnare qualche euro in più”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, a seguito della manifestazione per la tutela del settore ovino, organizzata stamani da Coldiretti Sardegna alla Fiera di Cagliari.
“Gli eventi degli ultimi giorni hanno dimostrato quanto si avverta la necessità di un organo terzo che governi i rapporti all’interno della filiera del latte ovino, garantendo trasparenza e un’informazione obiettiva, basata su dati scientifici certi”, sottolinea Dedoni. “È preoccupante assistere a un dibattito in cui si parla di sovrapproduzione, eccedenze, qualità del latte, prezzo dei formaggi alla vendita sulla base di dati presunti e non verificabili. Anziché lanciare appelli accorati, la Giunta regionale farebbe bene a cominciare a fare il suo lavoro, assumendo iniziative forti per governare un comparto allo sbando e per assicurare a tutti gli attori l’accesso alle informazioni necessarie per potersi confrontare ad armi pari. L’istituzione di un organismo di governo del comparto consentirebbe inoltre di portare avanti una seria diversificazione della produzione. Che ne è stato della sperimentazione delle nuove tipologie di pecorino promossa dalla Regione negli anni passati? I nuovi formaggi sono stati sviluppati e sono entrati in produzione, ma il comparto resta dominato dal solito pecorino romano. Terminata la fase di sperimentazione, il progetto che mirava alla diversificazione della filiera è stato abbandonato: mancano la promozione e il sostegno alla commercializzazione dei nuovi prodotti, che in pochi conoscono e che non arrivano ai mercati nazionali ed esteri, rendendo così inutile la sperimentazione stessa”.
“È sconfortante notare la diversa attenzione che la Regione continua a mostrare verso la grande industria, settore che in Sardegna non ha mai realmente attecchito e che, nel corso degli anni, ha prodotto soltanto crisi aziendali e cassintegrati a migliaia, mentre l’agricoltura è e resta la base della nostra economia”, conclude il capogruppo.

“Anche per questo, siamo contrari alla proposta di incentivare le produzioni agricole da destinare alla cosiddetta ‘chimica verde’, che non hanno vere ricadute sul comparto agricolo e che sottraggono terreno e risorse alle coltivazioni agroalimentari, le sole che possono garantire reddito, sviluppo e occupazione”.

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