La 14enne Aya Jedidi premiata da Mattarella al Quirinale

La giovane Aya Jedidi di Maracalagonis, dodici anni, è stata premiata martedì 14 dicembre dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’assegnazione del titolo di ‘Alfiere della Repubblica Italiana’.

Il prestigioso riconoscimento, che rappresenta un modello positivo di cittadinanza è stato conferito a Jedidi con la seguente motivazione: “Per aver aiutato e favorito l’integrazione di una compagna di classe proveniente dal Marocco e priva della conoscenza della lingua italiana. Lei, che parla sia l’italiano che l’arabo, si è fatta “ponte” per gli insegnanti e per gli altri compagni. Sempre con grande disponibilità e cortesia.”

La notizia, arrivata alla dirigente scolastica Emanuela Lampis e la docente di lettere Francesca Congiu a fine novembre, ha colto tutti di sorpresa “Ho ricevuto una telefonata dal Quirinale, mi chiedevano il numero della dirigente – racconta la professoressa Congiu -. Avevo fatto io la richiesta l’anno prima e questa chiamata ci ha riempiti di gioia. È stata una grandissima soddisfazione per noi e lei. Aya è una ragazza gentile, seria, studiosa e dietro ha una famiglia amorevole che la segue in tutto quello che fa.”

Coinvolta anche nel progetto Evolve, dedicato al tema della solidarietà, Aya Jedidi ha cominciato in autonomia la sua personale missione di inclusione di una compagna originaria come lei del Marocco, lo scorso anno, durante il primo anno di scuola media.

“Questo è anche stato un battesimo di viaggio per lei – spiega la professa Lampis, dirigente dell’Istituto Comprensivo Manzoni di Maracalagonis e Burcei – ha preso l’aereo per la prima volta e intrapreso quest’esperienza senza la famiglia verso una meta vicina, ma comunque distante rispetto al piccolo centro in cui viviamo”.

La sua è un’esistenza semplice che si snoda tra gli amici, la famiglia e la comunità marocchina che frequenta nel suo comune. Proprio lì fa la conoscenza di Hajar, figlia di amici dei genitori che – al contrario di Aya, nata e cresciuta in Italia- si era appena trasferita in Sardegna, spaesata e non in grado di comunicare in una lingua diversa dall’arabo, per cui ha avuto delle difficoltà a inserirsi, almeno inizialmente.

Jedidi, consapevole del pregiudizio culturale e legata a doppio filo alla compagna sia per l’appartenenza alla stessa comunità, sia dall’amicizia, ha iniziato sin dal primo momento un percorso di inclusione all’interno della scuola e nella didattica. Con le classi in Dad a turni, si è recata più volte dall’amica traducendole simultaneamente le lezioni, aiutandola con i compiti e presentandola alle altre compagne: “A volte rimanevo alzata anche sino alle dieci o le undici di sera per occuparmi di lei, ma anche per poter studiare io – racconta – non mi pesava, ero felice di farlo perché non volevo si sentisse sola, anche se a volte ero stanca”.

Il viaggio a Roma, per ricevere dal Presidente Mattarella la nomina di Alfiere della Repubblica, è stato particolarmente entusiasmante per la giovane studentessa: “Viaggiare è bellissimo, ti permette di stare in un altro mondo e non pensare alle cose brutte. Abbiamo visitato tantissimi monumenti, ho visto gli obelischi africani e mi è piaciuto il Colosseo anche se era in fase di ristrutturazione. Ho visto negozi stupendi con le grandi firme di stilisti che conosco bene”.

Aya è infatti appassionata di moda, con un sogno nel cassetto di diventare lei stessa una stilista. Sin da bambina disegna, inventa e cuce modelli con la complicità di un’altra amica di origini marocchine. “Ho visto tanta gente per le strade, un via vai che mi ha meravigliata. Mi ha colpito molto anche il giardino del Quirinale e le enormi sale decorate.”

E sull’incontro con il Presidente della Repubblica rivela “è un uomo gentile, mi ha guardata, si è complimentato e mi ha detto di continuare così anche il per futuro. Mi sono sentita incoraggiata.”

E il futuro di Aya Jedidi, che nonostante tutto non ha ancora ottenuto la cittadinanza italiana, è già stato preso in carico dalla stessa professoressa Lampis che, con grande orgoglio, si mobiliterà per garantire il diritto allo studio di questa giovane meritevole sino al diploma tramite domande di borse di studio e accesso allo sport: “È il momento di agire concretamente, non vogliamo che questo sia solo un prestigio per la scuola, ma il punto di partenza per supportare i nostri studenti. Avvieremo anche un progetto di mediazione linguistica per aiutarci con le famiglie straniere, oltre ad avviare dei corsi di lingua araba per chiunque sia interessato così da favorire uno scambio culturale nella nostra comunità”.

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