InvitaS tende una mano alle disabilità mentali, premiato la onlus Olimpia

Enogastronomia, tradizioni e solidarietà. Gli atleti della Polisportiva Olimpia Onlus sono stati insigniti del titolo di Cavalieri di Invitas per la difesa dei diritti delle persone con disabilità. Il riconoscimento è stato consegnato al Porto di Cagliari nell’ambito della manifestazione che si chiude mercoledì 1° novembre e che ha già attirato oltre 60mila visitatori. La Pergamena è stata consegnata da Federico Vacca “marchese del Castello Siviller Marchesato di Villasor” a Carlo Mascia, presidente dell’associazione e a Gigi Macis, Alessandro Vacca, Roberto Musa, Matteo Frau, Gaia Frau, Ottavio Casula.

“Da quasi 30 anni la Polisportiva Olimpia offre attraverso lo sport una risposta concreta alla problematica della disabilità mentale in Sardegna – sottolinea Carlo Mascia – che coinvolge il 3 per cento della popolazione sarda, pari a 33mila persone. Abbiamo ottenuto anche la possibilità di essere testimonial per la più  importante manifestazione internazionale di Running come la ‘No Finish Line di Montecarlo’ in programma dall’11 al 19 novembre. L’ handicap può fermare tutto tranne la voglia di vivere”.

Lunghe file nelle otto aree food e un via vai continuo tra i 150 stand è la fotografia della manifestazione ideata da Alessia Littarru e Ivan Scarpa. Grande successo per lo stand del Pilau calasettano di Toni Porseo, il fritto di pesce di Angelo Ibba, le lorighittas delle ladies chef della Federazione italiana cuochi, ma anche mazzamurru, culurgiones, arrosti. “La formula delle tre portate d’autore con un unico ticket ha funzionato – sottolinea Porseo – le persone hanno avuto la possibilità di gustare più piatti abbinando di volta un prima ad una seconda portata per poi concedersi a fine pasto, una carapigna o un mirto”. Preso d’assalto anche lo stand dei raviolini fritti preparati sul momento dalle massaie di Nuraxi Figus. Impasto di farina 00, sale, acqua, strutto, ripieno di ricotta, zucchero e limone. Ma per creare quelle delizie per il palato non basta la ricetta: ci vogliono le mani d’oro di Rita e delle altre.

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