Intascava ogni mese una pensione sociale di 250 euro ma in realtà era milionario. E con lui la moglie e i tre figli, che secondo le indagini della Guardia di finanza di Tempio hanno evaso l’Iva per 1,16 milioni di euro grazie a un complesso sistema di false fatturazioni, relative a operazioni mai effettuate, pari a 3,6 milioni di euro. Succede a Tempio Pausania.
Le Fiamme gialle, dopo un’indagine avviata nel 2011, hanno ricostruito tutti i passaggi della maxi-frode fiscale messa in atto dall’intera famiglia, titolare di un sugherificio messo in liquidazione due anni fa. I nomi dei protagonisti non sono stati resi noti. Quel che è certo, però, è il sequestro di beni per 1,2 milioni di euro. La Tenenza della Guardia di Finanza di Tempio ha portato a termine l’operazione in esecuzione del decreto di sequestro emesso dall’autorità giudiziaria “per l’equivalente” dell’Iva non pagata.
In particolare, gli inquirenti hanno accertato che, dal 2003 al 2011, l’azienda ha emesso costi fittizi per milioni, da portar in deduzione nella dichiarazione dei redditi. La società inoltre avrebbe evaso Iva, nelle annualità 2007-2009, pari a 1,16 milioni, da qui il provvedimento cautelare che ha consentito di sequestrare vari beni, fra immobili e conti correnti, sino al recupero dell’evasione. I finanzieri hanno reso noto che la famiglia, in particolare la madre, di 65 anni, avrebbe cercato di occultare il patrimonio, cedendo in donazione ai figli i beni e rimanendo solo usufruttuaria. Dagli accertamenti, inoltre, è emerso che il marito, titolare di un’altra società che non produceva reddito, risultava intestatario, come detto, di una pensione sociale di 250 euro.
(foto d’archivio)