In Aula omicidi e rapine in Ogliastra: giudici annullano tre rinvii a giudizio

Colpo di scena in Corte d’assise a Cagliari: annullati tre rinvii a giudizio. I giudici hanno annullato il decreto nei confronti di tre degli otto imputati del processo che cerca di far luce su una lunga scia di omicidi e rapine compiuti in Ogliastra negli ultimi 17 anni. Accogliendo un’istanza della difesa, la Corte ha ritenuto motivo di annullamento il fatto che i difensori abbiamo solo potuto ascoltare le intercettazioni e non averne una copia in sede di udienza preliminare. Luigi Piras, Cesare e Angelo Balzano (tutti di Arzana), dunque, dovranno ricomparire davanti al Gup, mentre per gli altri cinque imputati il processo proseguirà a novembre (un rinvio lungo così da ricollegare le posizioni in caso di nuovo rinvio a giudizio). Sono otto le persone incriminate dalla Direzione distrettuale antimafia per cinque omicidi e una serie di rapine e attentati. Tra i vari reati spicca l’assalto del settembre 2004 alla santabarbara di Capo Bellavista, ad Arbatax, che fruttò un bottino di armi da guerra sottratte all’Esercito.

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Gli otto indagati sono i fratelli Angelo e Cesare Balzano, di Arzana, e i compaesani Giangiuseppe Ferrari e Luigi Piras, quindi Andrea Agus, di Lanusei, Paolo Mulas e Armando Mameli, entrambi di Tertenia, e Salvatore Mereu, di Tortolì. Secondo la ricostruzione della Dda di Cagliari, durante l’assalto al deposito di armi di Capo Ballavista uno dei banditi, Marco Ferrai, morì per cause mai chiarite. I suoi genitori, Nino Ferrai e la moglie Mariangela Bagnoni, vennero uccisi dopo pochi mesi – a dicembre del 2004 – proprio perché stavano investigando per scoprire le ragioni della scomparsa del figlio.

Indagando poi sui vari episodi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e il pm Danilo Tronci hanno ricostruito le trame che hanno portato agli omicidi di Lino Perotti e Angelo Tangianu, oltre che dello stesso Marco Ferrai, e di una sfilza di rapine e attentati contro una società specializzata nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti: a tre imputati viene contestata l’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Contestati, a vario titolo e a ciascuno per le proprie responsabilità, anche la detenzione illegale di armi e l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

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