“Il vostro parente è deceduto nel maggio del 2009, quindi dovete rendere i contributi indebitamente percepiti negli ultimi quattro anni”. Così ha scritto l’Inps agli eredi di Gianpiero Piroddi, 60 anni, agricoltore di Barisardo. A smentire l’ente di previdenza è stato lo stesso ‘defunto’, che si è presentato agli uffici per far notare la ‘piccola svista’ e dimostrare di essere vivo e vegeto.
Si è trattato di un terribile errore nell’anagrafe dell’Inps, con la richiesta di scuse per il disguido ed il reintegro dei contributi versati e non risultanti nel database dell’Inps.
Non è la prima volta che accadono casi del genere: nello scorso maggio stessa sorte è toccata ad un giovane di Varese considerato deceduto dall’ottobre 2008, anno in cui un operaio di Pavia che andò a denunciare la morte della cognata si vide decretare lo stesso destino dall’Inps provinciale che, per vari mesi, interruppe l’erogazione della pensione e l’accredito sul suo conto.