Il Tribunale amministrativo regionale ha annullato il decreto (qui la sentenza) con cui il 20 marzo scorso il presidente della Regione Francesco Pigliaru, esercitando il potere sostitutivo, ha nominato Antonio Casula direttore generale dell’Ente foreste. Il Tar ha quindi accolto il ricorso presentato da un altro dirigente dell’ente, Michele Puxeddu, che tramite il legale Raffaele Soddu si era rivolto ai giudici amministrativi contestando diversi passaggi della vicenda.
Innanzitutto – ed è proprio per questo che il ricorso è stato accolto – Puxeddu rimarcava come la nomina di Casula fosse arrivata senza l’apposita delibera di giunta, che secondo le norme dovrebbe essere proposta dall’assessore competente, ovvero il titolare della delega agli Affari generali e personale. Cosa che non è avvenuta. Al contrario, l’investitura di Casula era arrivata su decreto firmato direttamente dal presidente Pigliaru.
E già questo – ha sostenuto la corte composta dal presidente Francesco Scano e dai consiglieri Antonio Plaisant e Giorgio Manca (estensore) – è stato sufficiente per annullare il decreto e silurare Casula. Ciò non vuol dire però che le altre contestazioni mosse da Puxeddu siano state accantonate. Il dirigente ha infatti contestato “l’eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione, manifesta illogicità e contradditorietà” e soprattutto la “violazione del piano nazionale anticorruzione in relazione al rinvio a giudizio” di Casula per reati contro la pubblica amministrazione.
L’ormai ex direttore generale è stato infatti rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture, in relazione ad un appalto per l’installazione di un sistema di videosorveglianza nel comune di Seneghe, aggiudicato quando Casula era commissario straordinario del centro del Montiferru. La prima udienza del processo al Tribunale di Oristano si è tenuta il 24 marzo, appena 4 giorni dopo la nomina a direttore generale.
La Regione, con l’Ente foreste e lo stesso Casula, dovranno ora pagare anche le spese processuali, fissate in duemila euro.
Pablo Sole
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