Il Palio, la Sartiglia e le altre giostre: dall’Italia all’Inghilterra, le (mancate) trasferte

Il Palio di Siena snobba alla Regina Elisabetta? Macché, è solo l’ultima parte di una lunga trattativa, portata avanti da Rebecca Lewis referente italiana della casa reale inglese, per gli eventi speciali a Windor.

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L’ultimo “no” è stato dato da Windsor per questioni di tempistiche necessarie per dare un’adeguata visibilità a tutte le contrade senesi. Compleanno regina ElisabettaAppena una settimana fa il comunicato ufficiale del Magistrato delle Contrade, il referente di tutto il Palio. I tempi stringono, infatti, il compleanno della Elisabetta II e i festeggiamenti sono infatti previsti tra il 12 e il 18 maggio. Insomma, patti chiari e amicizia lunga: il Palio di Siena, non si sposterà. Così si legge: “A distanza di qualche mese, e dopo attenta valutazione, la società H Power group ha deciso a malincuore di rinunciare alla rappresentanza delle Contrade, per le ragioni spiegate dal direttore del programma dei festeggiamenti, Simon Brooks-Ward: la durata complessiva del programma della parata dovrà essere contenuta nell’arco di novanta minuti; pertanto, non è possibile allestire uno spazio temporale minimo sufficiente per rappresentare compiutamente l’idea del Palio storico di Siena”. Da lì gli inviti alla regina e il tam tam. Nella querelle a suon di titoli sui giornali, sulla stampa nazionale internazionale (anche sul Daily Telegraph e il New York Times), si è inserita pure la nostrana Sartiglia. Sulla pietra dello “scandalo”, il mancato accordo, Rebecca sorride ancora ed esclama in sardo: “Pittica sa figura!”. Spiega meglio che il Palio, come altre giostre medievali italiane, sono spettacoli unici. Lei si è impegnata in prima persona a organizzare la trasferta: cavalli, costumi, trombe. Il tutto rappresentativo delle 17 contrade. “Sarebbe stata un’occasione  – continua ancora – il Palio è uscito pochissime volte in trasferta. Una nel 1938 per omaggiare Hitler, un’altra volta dal Papa”. E la Sartiglia? “L’idea è stata buttata lì – dice ancora – possiamo lavorarci.  Il giorno dopo tutti invitano la regina sul posto, a Oristano. Una bella cosa, certo. Ma andare a Windsor sarebbe davvero una bella vetrina: gli inglesi vanno pazzi per le nostre giostre con i cavalli”. La signora delle prime volte non si scoraggia: “Anche se probabilmente sua Maestà non conosce – ancora – su Componidori…”.
(mo. me.)

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