Il caso Sardegna Uno: “Dalla Regione due milioni di euro ma non si sa dove sono finiti”

Poche settimane fa, durante un incontro tra i dipendenti di Sardegna Uno e il presidente Ugo Cappellacci, si è appreso che negli ultimi anni la società di via Venturi ha incassato dalla Regione oltre due milioni di euro. A occhio e croce, una cifra che si avvicina all’intero bilancio medio annuale dell’emittente.

Eppure giornalisti, tecnici e amministrativi sono in piazza e la situazione è drammatica, tanto che dal tre ottobre scorso i dipendenti hanno proclamato l’assemblea permanente. Tre anni fa, per venire incontro all’azienda, sono stati sottoscritti i contratti di solidarietà e dal 2011 gli stipendi sono stati tagliati del 33%. Quegli stessi stipendi che, seppur decurtati, i lavoratori attendono per ora invano da quattro mesi. Con la tredicesima diventeranno cinque.

Dove sono finiti i contributi pubblici? Come sono stati impiegati? Sono le domande che i dipendenti di Sardegna Uno si pongono ogni giorno e rivolgono oggi alla Regione, visto che si parla in larga parte di risorse pubbliche. Pare che l’unica risposta sia stata un’alzata di spalle.

“Sia chiaro: noi non chiediamo soldi alla Regione. Chiediamo un’altra cosa – dicono i lavoratori – ovvero il monitoraggio di tutte le risorse pubbliche che arrivano nelle casse della società. Come sono stati impiegati?”.

Ci sono i crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, è vero, cui però fanno da contraltare una miriade di ‘sospesi’. Ad esempio, come raccontano fonti vicine all’organico dell’emittente, è solo nelle ultime settimane che sono stati coperti i mancati versamenti previdenziali, mentre rimane ancora una partita aperta, quella che riguarda la contribuzione volontaria e l’accantonamento del Tfr. Su quest’ultimo capitolo, si parlerebbe di una cifra intorno ai 140mila euro. Ovvero poco meno di quanto ottenuto solo poche settimane fa, sempre dalla Regione, per trasmettere tre spot in limba (leggi). Si aggiungano poi gli stipendi e il conto diventa parecchio salato.

“E che devo fare per pagare i debiti, vendermi la macchina?”, chiedeva pochi fa mesi fa l’ex editore Mazzella a una cronista che lo interrogava sul futuro di Sardegna Uno. Alla fine ha fatto molto di più: ha venduto direttamente l’emittente. Per quattromila euro. “Una cessione poco trasparente – dicono oggi i dipendenti – sulla quale bisogna far luce”.

P. S.

 

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