Iglesias, 15 anni di lavori per la casa di riposo. E ‘costa’ al Comune 4 mln l’anno

È stata chiusa 15 anni fa per ristrutturazione. È l’antica casa di riposo “Margherita di Savoia” di Iglesias. Da allora i lavori di ripristino sono andati avanti a singhiozzo e ancora non se ne vede la conclusione. Eppure rappresenterebbe un bel risparmio per le casse del Comune visto che la sua sorella “maggiore” “Casa Serena” costa alla collettività la bellezza di 4 milioni all’anno, seppur utilizzata solo al 30 percento delle sue potenzialità. Interpellati sull’argomento Sindaco e assessore ai lavori pubblici affermano che “i lavori riprenderanno presto, questione di giorni”. Di giorni, anzi mesi, da quando interpellati, ne sono passati almeno due, ma di operai neppure l’ombra. “Abbiamo ricevuto anche un finanziamento dalla Regione di 250 mila euro per gli arredi”, aggiunge il sindaco Emilio Gariazzo, “e altri 350 mila per la costruzione di una cabina elettrica”. Già, una cabina elettrica che salta fuori quando i lavori sono in fase di ultimazione. Misteri. La sua storia, dunque, si intreccia con l’altra casa di riposo cittadina, “Casa Serena”, con la quale condivide un destino che appare ineluttabile.

La vicenda inizia nel 2000 quando il Comune di Iglesias decide di chiudere l’antica casa di riposo Margherita di Savoia perché fosse ristrutturata. Gli anziani ospiti, allora, furono trasferiti a Casa Serena. Risale, però, al 30 novembre 2006, cioè 6 anni dopo, la delibera con la quale il Comune, finalmente, approvò il progetto definitivo per i lavori di completamento della casa, situata in pieno centro a Iglesias, a due passi dal Centro direzionale del Comune. È occorso, però, un altro anno e mezzo per approvare il progetto esecutivo, datato 31 luglio 2007. I lavori per la verità, e per fortuna, poi iniziarono ma, tra varianti in corso d’opera e contenziosi con le imprese appaltatrici, si sono interrotti e non sono mai terminati. Complice, ovviamente, anche la travagliata vita politica cittadina passata da una legislatura terminata naturalmente nel 2010 (Giunta Carta) alla giunta-lampo sempre del sindaco Carta (appena tre mesi) e una terminata prematuramente (Giunta Perseu, un anno) con l’intermezzo di ben due Commissari Prefettizi. Tutto ciò ha causato danni incredibili al bilancio comunale. Così quei lavori, come il Piano Strategico, era inevitabile, si sono miseramente arenati. La casa, una volta terminata, potrà accogliere circa 100 ospiti.

Eppure quella casa di riposo farebbe comodo alle languide casse del Comune. La ben più importante (ma solo come struttura) “Casa Serena”, nata con i fondi ex O.N.P.I. negli anni 60, che il comune di Iglesias ha ereditato alla fine degli anni ‘80 dalla Regione sarda, è in grado di accogliere circa 250 anziani ma oggi ne ospita “solo” 85 e costa alla collettività iglesiente circa 4 milioni di euro all’anno. Una enormità, se rapportata al servizio offerto, che il Comune, sempre più faticosamente, riesce a mala pena a mettere insieme, soprattutto in tempi di vacche magre come questi. Da qui la decisione (della prima giunta Carta) di creare un’unica struttura di accoglienza per anziani. Una triste eredità, verrebbe da pensare. In realtà “Casa Serena”, una struttura imponente con un bellissimo parco, ma abbastanza trascurato che andrebbe invece valorizzato, avrebbe avuto un futuro certamente più roseo se la sua gestione non fosse stata trafitta da corruzioni e scandali di cui si è occupata, a ragione, la Magistratura negli anni ’90.

Margherita di Savoia (5)20150305

Scandali e ruberie che ne hanno irrimediabilmente minato il prestigio e il decoro morale, determinandone una fine ormai segnata. Il Comune cerca faticosamente di far quadrare i conti. Lo ha fatto anche di recente andando a ritoccare le rette mensili degli ospiti, assottigliando ulteriormente quel poco che resta di una già misera pensione. Provvedimento che ha destato, manco a dirlo, non poche proteste ma che è comunque passato nel nome di un bilancio “sperimentale” che non ammette sgarri. I sacrifici richiesti, solo agli ospiti però, sarebbero dovuti servire a ristabilire un equo rapporto costo/benefici per i fruitori e l’ingresso nella “Margherita di Savoia” ristrutturata e rimessa a nuovo. Invece i lavori, che dovevano terminare a aprile 2012, da quanto risultava dal cartello dei lavori, ora rimosso, sono proprio in questi giorni slittati al 31 dicembre 2015, annunciati da un nuovo cartello. E, guarda caso, è cambiata un’altra volta anche l’impresa appaltatrice. Tutti i proclami del sindaco Gariazzo, dell’assessore alle politiche sociali Alessandra Ferrara e dei Lavori Pubblici Barbara Mele di una consegna della casa nei primi mesi dell’anno sono miseramente caduti nel vuoto. Basta poi rivolgere lo sguardo oltre la recinzione della casa per rendersi conto dello stato in cui versa la casa. Degrado e sperpero di denaro pubblico la fanno da padrona: quelli che sembrano condizionatori d’aria o caldaie (neppure l’assessore Mele ha saputo dire di cosa si tratta!) nuovi di zecca lasciati in mezzo alla terra dove le erbacce ci hanno fatto casa. Chissà se saranno ancora utilizzabili. E chissà quanto sono costati. Sull’altro lato cataste di vecchi materassi offrono comodo giaciglio a topi e scarafaggi. Di fronte, la vecchia camera mortuaria diventata una struttura quasi pittoresca, tanto è fatiscente, che i writers hanno quasi valorizzato. Le facciate necessitano di nuovi interventi come gli infissi esterni. L’assessore Mele conferma, poi, che la struttura non sarà dotata della cucina: i pasti verranno ancora confezionati nelle cucine della Casa Serena e trasportati poi al Margherita di Savoia. Stesso discorso per la lavanderia. Almeno per questi servizi la Casa Serena continuerà a vivere. Almeno per ora. E forse gli ospiti, una volta entrati nei nuovi alloggi, potranno anche contare su un servizio infermieristico che copre le 24 ore, e non solo una parte come avviene oggi- come verificato in più occasioni, su un servizio di barberia e su altri servizi che nella Casa Serena sono diventati quasi un “lusso”. Tutto ciò se il Margherita di Savoia rivedrà la luce. Nel frattempo anche la Casa Serena avrebbe bisogno di importanti lavori di manutenzione, tanto sono evidenti i segnali di invecchiamento. Ma il suo destino è ancora tutto da scrivere.

Vale la pena ricordare, in conclusione, che il “Ricovero di Mendicità Margherita di Savoia” – in onore della regina Margherita allora regnante- è un monumento storico. Fu fondato, infatti, nel 1881 come I.P.A.B. ( Istituto Pubblico per l’Assistenza e la Beneficienza) con finalità caritative “per assistere uomini e donne inabili al lavoro e provvedere alla loro sussistenza”, così recita il primo statuto dell’istituto custodito nell’archivio storico di Iglesias, che si ringrazia per la collaborazione. Si manteneva grazie alle donazioni del Municipio, di corpi Morali, società e semplici cittadini. Era previsto anche l’autofinanziamento grazie ai lavori sporadici e occasionali degli ospiti. Nel 1966 il ricovero diventa “Casa di riposo Margherita di Savoia”. Nel 1977 con decreto del Presidente della Repubblica gli istituti IPAB vengono sciolti passando alla gestione dei Comuni di residenza. Per queste ragioni e per la sua “storicità” la casa “Margherita di Savoia” meriterebbe ben più attenzioni di quelle che gli amministratori gli hanno riservato fino ad oggi. Chissà, al proposito, cosa ne pensa la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici e Artistici di Cagliari.

Carlo Martinelli

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