Iglesias, candidati-sindaco “a rapporto” sul Parco Geominerario

Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e la consulta delle associazioni chiamano i candidati sindaci del comune di Iglesias ad esprimersi su ciò che intendono fare per far decollare il progetto mai nato sul recupero e la valorizzazione dei siti minerari dismessi.

L’incontro dibattito si è svolto nella palazzina che fu sede della direzione della miniera di S.Giovanni a due passi dall’ingresso della galleria che porta alla famosa grotta di S.Barbara, uno dei pochissimi siti che è possibile visitare con la guida del personale dell’Igea. Dunque un luogo simbolo per il Parco. Ma le indicazioni per la grotta sono pochissime, e così si è costretti a constatare che il ‘biglietto da visita’, per un sito che ha ambizioni turistiche è scadente. All’esterno, tutt’intorno, è desolazione totale: ruderi di impianti minerari, strade dissestate, erbacce brucate dalle capre che indisturbate attraversano quella che fu una delle più importanti miniere dell’Iglesiente.

Anche la partecipazione del pubblico è stata limitata a poche decine di persone, per lo più volontari dell’associazione. Eppure c’erano tutti i candidati. E dunque, quale occasione migliore per rivolgere domande al futuro sindaco della città di Iglesias su come intende intervenire su un tema così importante per l’occupazione e lo sviluppo del territorio? Una scarsa partecipazione che, come è stato evidenziato durante il dibattito, segnala come la “la cultura del parco” non sia stata ancora recepita dal territorio. E sono già passati quindici anni dal momento in cui l’idea di valorizzare a fini turistici i siti minerari mosse i primi passi.

Li mosse, come ha ricordato Giampiero Pinna, coordinatore della consulta delle associazioni, grazie alla lungimiranza di autorità politiche e culturali, anche di fama internazionale, come il professor Giovanni Lilliu. In tutto questo tempo è stata spesa una somma enorme – 650 milioni di euro – che sarebbe dovuto servire a risolvere il problema delle bonifiche, cioè a creare le condizioni di base per l’arrivo dei turisti e per l creazione di ricchezza e posti di lavoro per il territorio del Sulcis Iglesiente e Guspinese.

“Invece – ha sottolineato Pinna – l’occupazione sistematica dei ruoli decisionali da parte di politici e funzionari compiacenti ha determinato di fatto la paralisi di ogni provvedimento”. I soldi sono stati spesi ma le discariche minerarie sono ancora là e il recupero dell’immenso patrimonio immobiliare è ancora tutto da realizzare: “Un fatto scandaloso”.

E il tempo è, ormai, quasi scaduto. A fine anno l’Unesco farà una verifica su quanto è stato fatto per il Parco Geominerario. Si rischia di perdere il riconoscimento internazionale dell’organismo culturale con la conseguente morte del progetto “Iglesias città europea della cultura“. Insomma, una vera e propria espulsione dal circuito internazionale.

Ed ecco le opinioni dei candidati. Per Gianmarco Eltrudis, che corre per il Popolo delle libertà, “il problema nel Parco Geominerario è rappresentato dalla governance. Bisogna superare il commissariamento – ha sostenuto – creando una struttura direttiva snella. La stessa Ati Ifras (che si fa anche chiamare strumentalmente “GeoParco”) si sovrappone, come l’Igea, al Parco Geominerario. Si dovrebbe dunque creare un’associazione tra Comune e Parco per gestire le risorse e i relativi progetti, favorendo l’integrazione e la condivisione delle idee”.

Anche Sandro Esu, candidato per il Partito sardo d’Azione, dà il suo “appoggio incondizionato” allo sviluppo del Parco. Ma con “obiettivi realistici viste le oggettive condizioni dei siti minerari”. “E’ interesse del Comune – ha aggiunto – creare le condizioni di sviluppo perché le rovine non producono reddito. E le discariche, come i fanghi rossi di Monteponi, sono un pericolo per la salute dei cittadini”.

Per il democratico Emilio Gariazzo, candidato del centrosinistra, “il progetto va visto come un insieme, mettendo a sistema tutto ciò che occorre per creare un indotto turistico, quindi accoglienza, viabilità, padronanza delle lingue straniere, etc. La legge 30 sugli enti locali potrebbe permettere l’acquisizione degli immobili da parte dell’amministrazione se questi immobili rientrano in un progetto organico complessivo”.

Dario Carbini, ex Udc sostenuto da una lista civica, si è spinto anche oltre: “Bisogna creare il Distretto culturale evoluto (quello che è stato fatto nella regione della Rhur, in Germania ) ossia inserire professionalità competenti. Ad esempio i tanti ragazzi che hanno presentato le tesi di laurea sul Parco Geominerario non sono stati minimamente considerati nei progetti del Parco. Tutto il contrario di quello che andava fatto”. La proposta di Carbini è di dirottare tutte le somme del Piano Sulcis nel Parco Geominerario per fare quello che fino ad ora non è stato fatto”.

l’aspetto paradossale, specialmente in questi tempi, è che – come ha sottolineato Giampiero Pinna – “non c’è un problema di soldi, perché i capitali sono disponibili”. Il problema è la loro gestione. E, a sentire i candidati, le idee non mancano. Ma, ovviamente, ai buoni propositi dovranno seguire i fatti concreti: a scanso di equivoci, o di future “dimenticanze, l’intero incontro dibattito è stato videoregistrato.

Carlo Martinelli

VEDI IL DOSSIER DI SARDINIA POST SUL PARCO GEOMINERARIO. LA SUA STORIA. LE AZIONI GIUDIZIARIE CHE DENUNCIANO LO SPRECO DEL DENARO PUBBLICO

 

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