Sono risalti dal pozzo occupato 10 giorni fa, i sette minatori dell’Igea asserragliati a 80 metri di profondità a Sos Enattos a Lula (Nuoro). La protesta è finita grazie all’accordo firmato ieri tra sindacati e la Regione che dà uno spiraglio per il rilancio della società e il pagamento di due stipendi dei cinque arretrati. Erano passate da poco le 10, stamattina, quando i minatori sono riemersi all’ingresso del pozzo Rolandi tra gli applausi della comunità di Lula, le lacrime di gioia e gli abbracci di mogli e figli.
“L’accordo trovato sulla nostra vertenza ci rende contenti, ma a metà: vanno bene le bonifiche e parte degli stipendi arretrati, ma vogliamo che il sito minerario viva ancora in futuro e con nuove assunzioni”. Queste le prime parole di Checco Sedda, 50 anni, uno dei minatori che ha protesta nel pozzo. Ad attenderlo, quando è risalito, la moglie e due figli. “Vogliamo – ha continuato l’operaio – che l’accordo tra Regione e sindacati si rispetti e che per noi ci sia finalmente un po’ di stabilità. In questi 10 giorni è stata dura, ma nonostante le condizioni di salute stessero vacillando non abbiamo mai pensato per un attimo di mollare. Orapossiamo dire di avercela fatta”.