Sono durate poco più di due ore le operazioni per il trasporto dall’area archeologica di Mont’e Prama al museo civico di Cabras del primo dei due pugilatori di arenaria rinvenuti a settembre. La statua è stata sollevata da una grossa gru, chiusa in una gabbia di legno, imbragata e caricata su un camion per essere poi messa al sicuro in una sala del museo. Il secondo pugilatore, quello con la testa, raggiungerà il primo probabilmente già mercoledì prossimo. Ma la novità di oggi è che proprio sotto il secondo gigante ce n’è un altro ancora tutto da scoprire.
Qualche pezzo di arenaria rivelatore è già stato “liberato” dagli archeologi, anche se nessuno di loro si è sbilanciato finora a confermare la scoperta. Tuttavia, anche nuovi esami col georadar avrebbero confermato una “anomalia” che lascerebbe pochi dubbi in proposito. Per la conferma ufficiale bisognerà comunque attendere i prossimi giorni, spiegano il responsabile del cantiere Alessandro Usai e il professor Raimondo Zucca, dell’Università di Sassari, quando anche il pugilatore con la testa sarà trasferito a Cabras, dove sono già esposti sei dei giganti rinvenuti nelle campagne di scavo degli anni ’70. L’operazione si presenta più delicata e pericolosa di quella di oggi, proprio per la presenza della testa ancora attaccata al busto. Per la sua conformazione, il collo è la parte più fragile della statua, bisognerà evitare ogni minima sollecitazione per consentire anche al secondo pugilatore di concludere il breve viaggio da Mont’e Prama e Cabras integro, così come l’hanno trovato dopo quasi tremila anni gli archeologi della Soprintendenza delle province di Cagliari e Oristano e dell’Università di Sassari. Questi ultimi però fra qualche settimana dovranno lasciare il campo a una nuova squadra che risponderà direttamente al ministero per i Beni culturali e nel cantiere di Mont’e Prama molte cose potrebbero cambiare.