Il paesaggio è spettrale. L’incendio di ieri fra la borgata marina di Sant’Antonio di Santadi e il villaggio turistico di Pistis, sulla costa di Arbus, ha devastato un migliaio di ettari di macchia mediterranea , nel sud Sardegna, avvicinandosi pericolosamente alle villette dell’insediamento residenziale fronte mare. Nella conta dei danni, una casa di campagna completamente bruciata (vicino a S’Enna ‘e S’Arca) e altre toccate marginalmente dal fuoco. Per alcune ore ieri trecento villeggianti appartenenti alle cento famiglie che attualmente lo popolano, sono state spinte dalla situazione di pericolo a riversarsi in spiaggia. Poi, a spegnimento concluso dell’incendio e bonifica dai focolai da parte di una autentica task force (due aerei Canadair, tre elicotteri, squadre di vigili del fuoco, agenti del Corpo forestale, Protezione civile, carabinieri), sono potuti rientrare nelle abitazioni. Non sembrano esserci dubbi che si sia trattato di un incendio di origini dolose, premeditato e innescato con fredda determinazione da ignoti che hanno approfittato del caldo e del vento di scirocco per entrare in azione. Le fiamme sono state appiccate in più punti alle sterpaglie lungo i margini della strada che da Sant’Antonio di Santadi porta al Pistis. Ma già dalla prima mattinata erano stati segnalati focolai anche nelle campagne prima della borgata marina in direzione dello stagno di San Giovanni e lungo la strada provinciale di ricongiungimento con la statale 126. Il sindaco di Arbus, Francesco Atzori, ha chiaramente detto che si tratta dell’azione criminale di incendiari seriali che, si augura il primo cittadino, vengano presto individuati e assicurati alla Giustizia.
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