A Foras Fest, a Cagliari 2 giugno contro basi militari e industria della guerra

Una giornata contro l’industria della guerra, i poligoni, le fabbriche di bombe. A Cagliari venerdì 2 giugno arriva A Foras Fest, ovvero “informazione, arte e musica – si legge in una nota – per andare verso la totale chiusura della basi militari, le bonifiche e la restituzione delle terre ad un’economia di pace e di sviluppo sostenibile”. La giornata si articola in due momenti: il corteo nel centro cittadino partirà la mattina alle 10.30 da Marina Piccola per dirigersi verso piazza dei Centomila. A seguire il concerto nel parco del Colle San Michele a partire dalle 15. Tra gli artisti presenti: Patrizio Fariselli degli Area, Enzo Favata, i Menhir, Dr. Drer & Crc Posse, Claudia Crabuzza, Nicola di Banari, Futta, Slim Fit. Durante il concerto si ascolteranno testimonianze e contributi dai diversi territori e realtà che compongono A Foras. Sarà inoltre allestita una mostra dell’artigianato e delle autoproduzioni locali, che rappresentano un piccolo esempio di economie etiche e sostenibili a partire dalle quali crediamo si debba ripartire dopo la dismissione di tutti i poligoni.

L’assemblea sarda A Foras, che riunisce comitati, organizzazioni e singoli individui impegnati contro le basi militari e l’industria della guerra nell’isola, “chiama a raccolta tutti coloro che condividono gli obiettivi della chiusura totale dei poligoni militari, la riconversione della fabbrica di bombe di Domusnovas, le bonifiche e la restituzione delle terre alle comunità, per una grande giornata di mobilitazione con informazione, arte e musica che si svolgerà a Cagliari il 2 giugno. Si sceglie la data del 2 giugno per festeggiare un anno dalla prima assemblea di A Foras, caratterizzato da un’attività senza sosta, non solo con le manifestazioni contro i poligoni di Capo Frasca (novembre 2016) e Quirra (aprile 2017), ma anche con una serie di incontri e assemblee nei piccoli e nei grandi centri, nelle università e nelle scuole, la pubblicazione di un dossier sul poligono di Quirra che documenta i gravissimi danni alla salute degli abitanti, all’economia e all’ambiente, e l’organizzazione di “A Foras Camp“, campeggio per lo studio, la condivisione e l’organizzazione delle attività annuali”.

“La scelta della data del 2 giugno – aggiungono gli organizzatori – vuole anche capovolgere la festa della Repubblica Italiana che dal 1956 ha unilateralmente imposto alla Sardegna un carico di servitù militari attualmente pari a circa il 60% del totale italiano a fronte di una popolazione sarda che è, al momento, circa il 3% di quella italiana. Con questa giornata A Foras chiama ad una grande mobilitazione tutta la Sardegna contro lo Stato italiano e la NATO, contro tutti gli eserciti e tutte le multinazionali che, anche con la complicità del governo regionale in carica e dei suoi predecessori, operano ogni giorno nell’isola traendo profitto dall’industria bellica e continuando a portare morte e distruzione nel mondo intero e sempre nuove ondate di profughi disperati verso le nostre coste. Uno Stato che, ad esempio, solo per il 2017 ha destinato circa 23 miliardi di euro per le spese militari, pari ad oltre 64 milioni al giorno (oltre l’1,5% del PIL). Mentre dall’altra si procede ad un sostanziale ridimensionamento degli stanziamenti per il diritto alla salute, e all’istruzione, università e ricerca riserva appena 5 miliardi di euro”.

“Non bastavano i 40.000 ettari (400Kmq) di territorio occupati dai poligoni militari, a cui si aggiunge l’occupazione temporanea in occasione delle esercitazioni di un tratto di mare e di spazio aereo di oltre 20.000 kmq, grande quasi come l’intera Sardegna. Nel mese scorso abbiamo dovuto assistere all’esercitazione “Mare Aperto” che ha introdotto la novità dell’interdizione di aree non soggette a vincolo militare, con tanto di esibizione delle navi militari provenienti da diversi paesi in guerra nel porto di Cagliari. E l’ultima beffa: il poligono di Capo Frasca, davanti al quale si presentarono in migliaia nel settembre 2014 per chiederne la chiusura, quest’anno per la prima volta aperto al pubblico per “Monumenti Aperti“, per una gita turistica tra le terre devastate dai bombardamenti e le acque disseminate di ordigni”.

“Ultimamente la giunta regionale ha sbandierato come grande conquista l’aumento a 4 mesi dello stop delle esercitazioni a Capo Frasca, oltre che lo sblocco dei fondi destinati agli indennizzi. Queste azioni – sostengono i rappresentanti di A Foras – rappresentano le briciole che lo Stato italiano ci concede in cambio del nostro silenzio sulla presenza militare nella nostra isola. Lottiamo per il blocco delle esercitazioni 365 giorni l’anno. Lotta per la dignità di poter lavorare in una terra libera, non chiede gli indennizzi per non lavorare, ma i risarcimenti per non aver potuto lavorare e creare sviluppo fino ad oggi”.

 

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