Femminicidio in Barbagia. Non per gelosia, ma per denaro

Dina Dore (Gavoi 2008), Maria Pina Sedda (Nuoro, 2002), Anna Maria Mele (Nuoro, 1998), Maria Pina Menneas (Nuoro, 1995). Sono i nomi di vittime di femminicidi avvenuti o maturati in Barbagia nel corso di diciotto anni. “Pochi”, se si considerano i numeri di altre province d’Italia. Ma con motivazioni che niente hanno a che vedere con la gelosia, il movente più frequente, che compare solo in uno dei quattro casi, quello di Maria Pina Menneas (assassinata a Budoni, il paese di provenienza del marito della donna, ma maturato a Nuoro dove la coppia viveva): Maria Pina, trentunenne di Orgosolo, voleva separarsi dal marito che la uccise e poi si tolse la vita.

I destini di Maria Pina Sedda e Anna Maria Mele, invece, sono stati segnati da questioni economiche. Nei processi è emerso che i mariti volevano liberarsi delle mogli per mettere le mani sul loro patrimonio. E hanno continuato ad avere questo obiettivo anche dopo la morte delle loro donne. Il marito di Annamaria Mele – dopo aver scontato 13 anni di carcere – chiese e ottenne la reversibilità della pensione della moglie, togliendo l’assegno alla figlia ancora minorenne.

Tra il marito (che ancora in carcere) e i familiari di Maria Pina Sedda è in corso una dura battaglia giudiziaria: i familiari della vittima chiedono che i beni vengano sottratti dalle grinfie del marito-assassino e assegnati alla figlia della coppia.

Quanto all’omicidio di Dina Dore, la tesi della procura della Repubblica è che il movente vada ancora una volta individuato nei timori del marito per le conseguenze patrimoniali della separazione. Ed era questa, d’altra parte, una delle voci ricorrenti da anni nel paese di Gavoi.

I familiari, e i figli delle vittime, reagiscono. Vanessa Cardia, la figlia di Anna Maria Mele, dopo che il padre le sottrasse la pensione di reversibilità, nel 2010 riuscì a far diventare la sua storia un caso nazionale denunciandola pubblicamente dagli schermi della Rai. Nel 2011  il Parlamento, all’unanimità, ha approvato una legge che non consentirà mai più ai mariti assassini di percepire la pensione di reversibilità delle loro vittime.

Maria Giovanna Fossati

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