Federico ‘Frankie’ Ghiani, dalle strimpellate a Cagliari in via Manno alle lezioni con Mogol

“Anna ha diciott’anni e si sente tanta sola, ha la faccia triste e non dice una parola, tanto è sicura che nessuno capirebbe. E anche se capisse, di certo la tradirebbe”. Bene: Federico Ghiani con l’Anna di Eugenio Finardi non ha niente da spartire. E nemmeno “con le facce da bambini e con i loro cuori infranti”. Quello, al massimo, è Justin Bieber. Eppure uno come lui con la “Musica ribelle” ci va a nozze.

Diciott’anni, bella voce, grande passione. E un’occasione unica: imparare il mestiere da un maestro d’eccezione, il (gran) Mogol Giulio Rapetti. Che fare? Solo una cosa: preparare i bagagli, salutare Cagliari per qualche settimana e trasferirsi ad Avigliano Umbro, dove ha sede il Cet, la scuola per cantanti, interpreti e compositori fondata nel 1992 dal paroliere (tra gli altri) di Lucio Battisti. E Federico, studente del liceo scientifico Michelangelo di Cagliari e voce dei Buddhafest (Michele Perre alla batteria, Ylenia Lampis al basso e chitarra e Lorenzo Pischedda alle tastiere) così ha fatto. Con la complicità della Regione e un pizzico di fortuna.

Federico alla fine fa come Nino, leva calcistica ’68: tira il rigore e paura zero. Mica è da questi particolare che si giudica un giocatore. Coraggio, altruismo, fantasia: ecco come si fa.

“Una mattina i bidelli hanno appeso in bacheca una comunicazione dell’assessorato regionale alla Cultura – racconta Federico –. Riguardava il progetto ‘Sardegna rock, Sardegna pop’, che avrebbe permesso a trenta studenti delle scuole superiori di partecipare, con una borsa di studio, ai corsi organizzati al Cet. C’erano però i provini da superare e così sono andato a Sassari. Non cercavano studenti del conservatorio, serviva principalmente ‘personalità’. Ed erano favoriti gli studenti che già scrivevano testi originali”.

Il progetto, fortemente voluto dall’assessore Sergio Milia e finanziato dalla Regione con 150mila euro, rientra nel piano di interventi contro la dispersione scolastica. Tant’è che Federico ha deciso, almeno per quest’anno, di salutare il liceo e riprendere gli studi a settembre: ancora due anni e finalmente affronterà l’esame di maturità.

In ogni caso, delle quattro settimane trascorso al Cet tra ottobre e dicembre scorsi parla con un entusiasmo senza pari, quasi la scoperta di un nuovo mondo e una nuova consapevolezza. Corso per autori e scrittura creativa: Federico presente.

“Nella mia vita io voglio fare questo: cantare, scrivere, suonare. Musica, in ogni sua accezione. Di solito suono in strada e nei pub con i Buddhafest. Quando mi hanno detto che avevo superato i provini – dice Federico – ho fatto un semplice ragionamento: ‘O lascio perdere e termino l’anno scolastico oppure mi prendo una pausa e faccio questa esperienza, che nella vita probabilmente non mi capiterà mai più’. La scelta, a quel punto, è stata semplice. E sono felicissimo di aver deciso così. D’altronde, ero già orientato a sospendere gli studi per un anno e riprendere a settembre, ho trascorso un periodo un po’ così e avevo bisogno di fare questa esperienza. Oggi posso dire che è stato una cosa bellissima, non solo dal punto di vista professionale ma soprattutto umano”.

Federico, il ‘Giovane esploratore Tobia’, ha scritto il suo nome nella grotta del Cet. L’ha scritto a caratteri forti. “Arrivi lì e puoi suonare quando vuoi. Ci si trovava con gli altri ragazzi in camera e si suonava, o si componeva, fino a tardi. Una cosa bellissima”.

Poi si torna a Cagliari, dopo l’esame (scrutini ancora in corso) e ti rendi conto che hai perso un mese di lezioni. “Eh, se avessi voluto magari avrei potuto tornare in pari, però…”.

Ad Avigliano si studia. Otto ore al giorno. E Federico non ne sente la pesantezza. “Al liceo, invece… Dai, diciamo che studiavo un’oretta. Lì invece, nessuno sforzo. Solo passione. E dopo otto ore di lezione e passione, ci si trovava in camera, con gli altri colleghi, e spesso si andava avanti fino a mattino a scrivere testi, provare e cantare”. Con Lelio ad esempio, 26 anni, napoletano. O Gigi, sardo. Sono alcuni dei ‘compagni di viaggio’ di Federico durante il soggiorno al Cet.

“Bellissimo. Ti aspetti una cosa ‘scolastica’ e invece non c’è niente di tutto questo. Ho stretto un bel rapporto con alcuni ragazzi che stavano al Cet con me. E all’inizio pensavo che il corso consistesse solo in musica e teoria: alla fine sono state delle settimana trascorse a parlare di vita, crescita umana e professionale”.

E adesso? “I miei genitori mi dicono di non montarmi la testa, prima viene la scuola. Bene, ma non vorrei che questa esperienza finisse così. Ad esempio, mi piacerebbe fare l’assistente nei corsi del Cet e continuare a scrivere canzoni. Scrivere vita, perché è la vita che devi scrivere nelle canzoni”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share