Lotta all’epatite C: su circa 10mila pazienti sono già 5mila i trattamenti effettuati. Ma resta un “sommerso” di circa 3mila persone. Ora si cerca di coinvolgere tutti. Anche per questo è stato stipulato un accordo tra l’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari e l’Ats per il trattamento dei tossicodipendenti reclutati nei centri di recupero per dipendenze (Serd). “I soggetti cronicamente infetti da virus C (Hcv Rna positive) sono circa ottomila – spiega Ivana Maida dell’Aou di Sassari -, mentre coloro i quali sono colpiti da una malattia epatica evoluta ammontano a 4 o 5 mila. A oggi a Sassari sono stati trattati 1.728 pazienti, a cui si aggiungono circa altri tremila nel resto dell’Isola. Resta però un ‘sommerso’ stimabile attorno al 20 per cento”. Quattro gli incontri rivolti agli specialisti per coordinare l’attività e individuare i pazienti che non sanno o non si sono ancora sottoposti alla terapia gratuita, non tossica e della durata di poche settimane per eliminare la minaccia della patologia. In Sardegna a fronte di una popolazione residente di 1,653 milioni, le persone con una storia di infezione da virus C sono circa 10mila. L’Isola ha dunque un’incidenza dell’1,6 per cento. Con otto centri di riferimento, i trattamenti sono già in funzione da anni e già è stato possibile eradicare il virus in numerosi pazienti. Il sommerso è ancora molto rilevante. Per questo particolare rilievo riveste il trattamento delle cosiddette popolazioni speciali, che rappresentano il target più difficile da raggiungere e in alcuni casi ancora un challenge terapeutico: si tratta di migranti, detenuti, sex worker, tossicodipendenti.
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