Edilizia, la Cisl: “Sbloccare un miliardo fermo nelle casse della Regione”

Davanti alla crisi del settore edile che in Sardegna dal 2008 ad oggi ha visto la cancellazione di 15 mila posti di lavoro e il Pil dimezzato (da 10 milioni di euro l’anno a poco meno di 5 milioni), la Filca-Cisl chiede alla Regione “l’immediato sblocco di tutte le risorse ferme in cassa”.

“Dalle opere immediatamente cantierabili alle risorse della programmazione comunitaria del settennio 2007/2014, dalle rimanenze del Psr e quelle dei Fondi Fas, oltre un miliardo di euro fermi che se sbloccati avrebbero la capacità di dare tono al lavoro sardo da troppo tempo ormai schiacciato dalle continue indecisioni e da tanti rinvii – dice il segretario regionale Filca, Giovanni Matta -. Ora non c’è più tempo e chi ha la responsabilità di decidere decida ed agisca con prontezza. C’è il rischio di una massiccia esplosione di azioni di protesta che stante l’attuale situazione, il sindacato, la Filca sarda, non può e non vuole ostacolare. Anzi – aggiunge Matta – da sindacato responsabile si metterà a capo delle proteste per chiedere lavoro. Solo lavoro e ancora lavoro”.

Secondo il segretario, infatti, “c’è un forte disagio che serpeggia all’interno del mondo del lavoro edile della Sardegna che a stento il sindacato riesce contenere. Tutto provocato dal malessere diffuso che attanaglia da anni il lavoro in Sardegna e che si riverbera con estrema drammaticità proprio all’interno dei settori tradizionalmente rifugio nei momenti di crisi –
sostiene – Le Casse Edili sarde denunciano un crollo deciso del monte salari, più che dimezzato negli scorsi 5 anni. Una debacle, insomma, appena attenuata negli ultimi anni dal ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga. Situazione questa ormai in fase di esaurimento con tutta la gravità che tale situazione potrà generare. Dal 31 Agosto scorso 15 mila lavoratori circa risultano scoperti di tutele, senza sussidio – conclude – con il posto di lavoro cancellato e senza prospettiva alcuna di rientrare in cantiere. Per controbattere ciò ci vogliono risposte chiare dalla politica e dalle istituzioni regionali e queste devono arrivare in tempo rapido”.

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