A Cagliari tra i rifugiati che dormono in piazza Matteotti

Ancora un’emergenza in piazza Matteotti, luogo che da qualche tempo raccoglie manifestazioni e presidi dei migranti in transito da Cagliari: da qualche giorno alcuni ragazzi provenienti dall’Africa hanno scelto di dormire tra la stazione e i portici di via Roma, nonostante alcune associazioni di volontari abbiano messo a disposizione per loro una struttura di accoglienza.

La protesta è iniziata a Cagliari due settimane fa, quando una ventina di giovani, tutti provenienti da Lampedusa dopo aver lasciato l’Africa centrale e meridionale, hanno ottenuto i documenti ufficiali che attestano lo stato di rifugiati. Da questo momento, documenti in tasca, hanno dovuto lasciare l’albergo “Quattro Mori” che accoglie provvisoriamente per brevi periodi i rifugiati per motivi politici, umanitari o di sussistenza: essendo ormai chiusa e definita la loro pratica di richiedenti asilo, potranno muoversi liberamente per il paese per un periodo di tempo tra uno e cinque anni, a seconda della loro situazione personale.

Non hanno più diritto all’ospitalità nelle strutture, come il “Quattro Mori”, che Comune e Provincia mettono a disposizione con fondi europei per i rifugiati grazie a un protocollo di intesa con Prefettura e Caritas; i migranti che hanno ottenuto il riconoscimento dello stato di rifugiati possono scegliere di restare in città oppure muoversi verso la penisola: “Ci dicono che possiamo andare a Roma o in un’altra città italiana – racconta Abdul, 24 anni, viene dall’Eritrea – ci pagano il traghetto ma una volta arrivati a Civitavecchia non sapremo che fare: non abbiamo amici o famiglia, vorremmo restare qui e trovare un lavoro”.

Qui in piazza Matteotti sono 18, alcuni di loro la notte scorsa hanno accettato l’offerta di un alloggio da parte dei volontari, in dieci invece hanno dormito in strada con la speranza che il loro caso raggiunga visibilità presso l’opinione pubblica e le istituzioni: “Staremo qui anche le prossime notti, ci hanno riconosciuto lo stato di rifugiati perché nei nostri paesi ci sono guerre e miseria, ma ora non sappiamo dove andare, non abbiamo nulla con noi” sottolinea Tekele, un altro eritreo.

Insieme a loro c’è un giovane etiope di 28 anni, vive a Cagliari da qualche anno e si presenta come Principe, cerca di fare da interprete per chi non parla italiano: tutti raccontano la stessa storia, vorrebbero un lavoro, qualsiasi cosa pur di non tornare nel loro paese. “Qui ci sono ragazzi che arrivano da Eritrea, Giunea Bissau, Etiopia, Bangladesh e Gambia: hanno i documenti per muoversi ma nessuno di loro ha un appoggio al di fuori di Cagliari, dove potrebbero andare?”.

Il caso dei rifugiati senzatetto è seguito dalle associazioni Presidio Piazzale Trento che ha trovato per loro una sistemazione provvisoria, dal Comitato XVI novembre di Salvatore Usala, dall’Associazione Consumatori Sardi, la Confederazione Sindacale Sarda e dall’associazione Corno D’Africa. “E’ una situazione di emergenza per cui occorre trovare presto una soluzione – precisano i volontari del Presidio Piazzale Trento – questi ragazzi ora hanno i documenti in regola, alcuni si sono iscritti all’anagrafe cittadina e dunque non sono più invisibili per le istituzioni: speriamo che arrivino presto le risposte, non possono dormire per strada”.

Francesca Mulas

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share