Delitto di Macomer, affidato incarico per autopsia: super perito già al lavoro

Il perito torinese Roberto Testi ha ricevuto questa mattina l’incarico di effettuare l’autopsia e tutti i rilievi tecnici sul corpo di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer (Nuoro) ucciso da una banda di cinque giovanissimi, due dei quali minorenni.

La delega gli è stata assegnata a Cagliari, negli uffici della Procura dei Minori, dal sostituto procuratore di Oristano Andrea Chelo: il super esperto, che in passato ha lavorato sull’omicidio di Cogne, quello di Simonetta Cesaroni e quello di Chiara Poggi a Garlasco, ha ottenuto 60 giorni per la sua consulenza, ma è probabile che consegni gli esiti agli inquirenti oristanesi già prima del termine. La prima cosa che farà, già oggi, è il prelievo dei campioni biologici che saranno consegnati ai Ris dei Carabinieri per la comparazione del Dna e l’identificazione certa del corpo rinvenuto. Solo dopo saranno autorizzati i funerali. Al conferimento dell’incarico era presente anche l’avvocato Gianfranco Piscitelli, nominato dal padre di Manuel Careddu, che però non ha nominato alcun consulente.

Fabiola Balardi, madre di Manuel Careddu che fino a qualche giorno fa si era trincerata nel silenzio, dichiarando di non voler incontrare le mamme dei ragazzi arrestati (“Sono belve, me l’hanno ammazzato come una bestia”, aveva detto) oggi attraverso il suo legale Luciano Rubattu apre degli spiragli. “La signora Fabiola – ha spiegato il suo avvocato Luciano Rubattu – ha scambiato due parole con il difensore di uno degli arrestati e sembra intenzionata a concedere audizione alla madre, ma non subito. Fabiola è distrutta, è andata a Palazzo di giustizia per capire quali sono i tempi dell’autopsia, non vede l’ora di ottenere la restituzione del cadavere di suo figlio”.

Nei giorni scorsi c’erano stati degli gli screzi tra la donna e il suo ex compagno e padre di Manuel, Corrado Careddu, che si è costituito parte civile con l’avvocato Gianfranco Piscitelli. La donna non ha gradito “l’intrusione” e ha fatto sapere attraverso il suo avvocato che l’uomo è entrato nella vicenda solo dopo il ritrovamento del cadavere, mai si sarebbe occupato del ragazzo durante la sua crescita. “Non è un mistero che Manuel sia cresciuto con la mamma e con la nonna Gavina – ha confermato il legale – Il giovane ha avuto pochissimi rapporti col padre, e solo di recente. Naturalmente il padre è pienamente legittimato a costituirsi parte civile nel procedimento, nel quale noi procediamo autonomamente”, ha concluso l’avv. Rubattu.

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