“Maggiore è la concentrazione degli specialisti, migliori sono gli esiti: è un dato di fatto rilevato dalle statistiche”. Così l’assessore della Sanità, Luigi Arru, commenta il report sui tumori nell’Isola nel 2018. “Come Regione stiamo portando avanti un processo culturale importante – ha aggiunto – non c’è concentrazione per economia di scala, ma perché farsi operare in un centro che ha tutte le figure che occorrono dà migliori risultati”.
Tasto dolente lo screening. “Bisogna ancora migliorare – ha aggiunto – alcune province sono tra le peggiori in Italia: arrivare tardi a una diagnosi significa mettere a rischio i risultati di chirurgia e chemioterapia”.
Daniele Farci, oncologo all’ospedale Businco di Cagliari e membro del consiglio direttivo nazionale Aiom, ha sottolineato l’importanza di nuove terapie, sostenibilità e umanizzazione. Rimarcando il fenomeno della migrazione sanitaria passiva “dovuto soprattutto alle lunghe liste d’attesa”. C’è un certo ottimismo, però. “Quello che veniva un tempo considerato un male incurabile è divenuto – ha detto Maria Giuseppina Sarobba, coordinatore Aiom Sardegna e direttore oncologia del San Francesco di Nuoro – in moltissimi casi una patologia da chi si può guarire o con cui si può convivere a lungo con una buona qualità di vita”.
“Per la prevenzione però fare i conti anche con il consumo di alcol in crescita – nell’isola forte come elemento di socialità – con gravi danni tossici alla salute della persone se si eccedono le quantità suggerite. Bisogna investire sulla prevenzione primaria: a volte dipende dalle abitudini personali”, ha sottolineato Sarobba.