Crollo all’Università, grido d’allarme di studenti e genitori: “Quali sono gli edifici sicuri?”

Una ventina di giorni dopo il crollo dell’ex aula magna dell’Università di Cagliari, gli studenti hanno ribadito di “non voler morire andando a lezione”. Richiedono un check-up generale delle condizioni degli edifici che ospitano le università e le scuole sarde. L’appello nel dibattito organizzato dalle associazioni “La parola che non muore” e “La voce della scuola”, ospitato nella sala del Consiglio comunale di Cagliari.

Lo studio a livello nazionale riporta che il 58 per cento degli edifici scolastici non ha il certificato di agibilità. C’è bisogno di risorse. Ma, come ha suggerito Andrea De Giorgi dei Cobas, può essere l’Università di Cagliari, con Ingegneria e architettura, a intervenire per monitorare la situazione degli edifici scolastici e universitari. Dai genitori un grido di allarme. Lo ha detto Giuseppe D’Aquila, presidente dell’associazione che rappresenta i consigli di istituto sardi: “Mamme e papà – ha detto – che vogliono iscrivere i figli alle elementari, alle medie o alle superiori non chiedono più solo informazioni sulla qualità della scuola. Ma ci chiedono notizie sulle condizioni degli stabili. La domanda ricorrente è: quella scuola è sicura?“.

Il patrimonio di edilizia scolastica non è giovanissimo. In media gli immobili hanno una cinquantina d’anni d’età. “In questi anni – ha detto il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu – però l’amministrazione comunale, così come la Città metropolitana di Cagliari, realizzano periodicamente indagini e controlli sulle strutture, alcuni più approfonditi di altri. E grazie a ciò, dopo aver verificato che alcune scuole avevano perso nel tempo i requisiti di sicurezza, sono state tempestivamente chiuse, o parzialmente chiuse, dirottando l’attività didattica in altre sedi, consentendo agli studenti di non interrompere la loro formazione e alle famiglie di avere un’organizzazione familiare, in linea con quella che avevano precedentemente”.

Il dibattito – hanno spiegato Massimo Arcangeli e Diego Palma, responsabili delle associazioni “La parola che non muore” e “La Voce della scuola” – mira anche all’elaborazione di un documento programmatico. “Un tema che desta ormai una seria preoccupazione in tutto il territorio italiano, quello di un patrimonio edilizio scolastico e universitario messo in sofferenza da anni e anni di tagli di finanziamenti statali”.

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